“I fondi raccolti sono destinati all’associazione culturale “Celommi dal 1851” per il progetto di catalogazione delle opere di Pasquale, Raffaello e Luigi”, dice Riccardo Celommi, “si tratta di un’opera complessa che prevede la ricognizione di tutte le opere dei tre pittori che sono nel mondo”. Nel corso della serata Riccardo, che rappresenta l’ultimo anello di una famiglia di artisti importanti, racconterà i suoi ricordi familiari, mentre Valentina Muzii terrà una conferenza multimediale dal titolo “Terra d’Abruzzo: genti, paesaggi e costumi, attraverso l’arte dei Celommi”.
“Testimoni e custodi con le loro opere dei costumi e del territorio”, dice la presidente del Club Lions Nadja Ettorre, “i Celommi sono degni figli di questa terra cui hanno dato lustro nel tempo con la loro arte. Con questo evento il nostro Lions Club ha inteso sottolineare l’opera di questa dinastia di Artisti e nel contempo accendere un riflettore sull’importante iniziativa dell’associazione culturale “Celommi dal 1851”, iniziativa che va a beneficio non solo di Roseto degli Abruzzi, ma anche di tutta la cultura italiana”.
E’ noto che alcuni quadri di Raffaello furono acquistati dall’Imperatore giapponese durante la sua visita a Roma, prima della 2° guerra mondiale. Un quadro di Pasquale fu acquistato dal presidente americano Wilson e uno dal Vice Re dell’Egitto. Una delle cinque versioni della “Lavandaia” è esposto nel museo di Ekaterinburg in Russia. Le opere dei tre pittori, se ne contano almeno 8mila, sono sparse in tutto il mondo, Argentina, Francia, Germania, Inghilterra, Ungheria, Inghilterra, Austria ecc. Pasquale e Raffaello hanno infatti collaborato con prestigiose gallerie, tra cui la galleria dei fratelli D’Atri a Roma e Parigi, Winterstein di Vienna e Beckerans di Monaco di Baviera e Berlino.
“Catalogare tutte le opere della famiglia Celommi era un sogno di papà” dice Riccardo, “e io ho voluto dare seguito a questa volontà. Io e i miei collaboratori riprenderemo il lavoro da dove lo ha lasciato lui e nel tempo cercheremo di riportare alla luce tutti i quadri dei Celommi che ancora non si conoscono”.