Sono stati ritrovati decine di corpi di polpi alla foce del fiume Saline, in Abruzzo, le autorità indagano su quanto stia accadendo
Un ritrovamento in Abruzzo ha scatenato i sospetti dei residenti del posto e delle forze dell’ordine. Nelle scorse ore, infatti, alcuni passanti hanno denunciato alla polizia la presenza di una decina di polpi ritrovati senza vita alla foce del fiume Saline, vicino il comune di Montesilvano, in provincia di Pescara.

Questi innocui animali erano completamente spiaggiati e senza vita in un punto dove non c’era acqua, ma solo un terreno umido e pieno di terra e ciottoli. Un luogo strano dove ritrovare questi animali senza vita, solitamente abituati a stare nel mare, nascosti tra le rocce a caccia di pesci.
Si spiegano anche così i dubbi e i sospetti che si sono posti le autorità nelle ultime ore e, quindi, anche le indagini che sono partite per scoprire cosa c’è dietro la morte di quei polpi. Stando alle indiscrezioni che provengono dall’area, si potrebbe trattare anche di un episodio di bracconaggio.
Attraverso le analisi che sono state svolte proprio sulle carcasse dei poveri animali, sono state escluse potenziali cause epidemiologiche che potrebbero aver causato il loro decesso, con i corpi che sarebbero stati trasportati dalla corrente. Più probabile, invece, la pista che porta alla loro uccisione.
La denuncia degli ambientalisti
A denunciare il fatto e quanto è avvenuto è stata in particolar modo un’associazione ambientalistica con sede proprio a Montesilvano, in Abruzzo, e che prende il nome di Nuovo Saline. Sul proprio profilo Facebook, questi hanno commentato la notizia con un lungo post, in cui specificano:

“L’attività di monitoraggio zoologico marino ha documentato un fenomeno anomalo ed inquietante: decine di Polpi (Octopus vulgaris, Cuvier 1797) morti e spiaggiati alla foce del fiume Saline” hanno spiegato, prima di entrare maggiormente nei dettagli: “l’osservazione delle carcasse e le prime analisi speditive escludono una causa epidemiologica specifica o un fenomeno inquinante”.
Compreso che non si sia trattato di una morte per vie naturali o epidemiologiche, i membri dell’associazione sono arrivati alla seguente conclusione: “L’ipotesi più plausibile (ma ci riserviamo di approfondire analisi ed indagini) sia l’effetto di un’azione legata alla pesca abusiva (bracconaggio): gli esemplari sono circoscritti in un’unica area notoriamente sfruttata dai bracconieri”.
LEGGI ANCHE… Attimi di paura a Chieti: frana in corso e pronto intervento della Protezione Civile
Se dovesse realmente essere cos’, questo dovrebbe portare – stando a quanto dicono gli ambientalisti – a controlli più intensi: “La necessità di intensificare le attività di vigilanza, prevenzione e repressione dei reati ambientali realizzati da questa categoria criminale. Il Polpo è l’unico predatore in grado di contrastare efficacemente l’ascesa della biomassa di Granchio blu: eliminare Polpi è un doppio danno ambientale





