Oltre vent’anni fa Paolo Bonolis fu protagonista di una telefonata che avrebbe fatto la storia: la verità sui fratelli Capone finalmente svelata!
Paolo Bonolis è famoso per la sua capacità dialettica ma anche per la sua abilità nell’interagire con il pubblico e rispondere sempre a tono, anche quando si trova costretto a gestire situazioni stranissime, al limite del paradossale.
Paolo ha avuto modo di affinare questa abilità nel corso di anni e anni di trasmissioni in cui l’interazione con il pubblico era all’ordine del giorno e Tira e Molla, un quiz che andò in onda su Canale 5 per soli due anni, dal 1996 al 1998 in fascia preserale e che fece uno straordinario successo di pubblico.
Il programma, grazie alla conduzione di Bonolis e alla presenza di Luca Laurenti, si trasformò immediatamente in un contenitore comico in cui il gioco, che pure costituiva la parte centrale del programma, finiva spesso in secondo piano. Ma cosa è successo con questa famosa telefonata?
Il racconto di Paolo Bonolis e la verità sulla telefonata dei Fratelli Capone
Al gioco non partecipavano concorrenti in carne e ossa presenti in studio, come avviene oggi, ma telespettatori che chiamavano da casa e che naturalmente dovevano rispondere a una serie di domande per arrivare a vincere il montepremi. Tra coloro che chiamarono Bonolis ci furono i famosi Fratelli Capone, che telefonarono durante la trasmissione di un 1° Aprile. Il resto è storia.
La domanda a cui avrebbero dovuto rispondere i Fratelli Capone riguardava l’autore di un antico manuale per imparare a suonare la tromba. Le cose però degenerarono rapidamente fino a dar vita a un vero e proprio cult della televisione italiana.
I fratelli che avevano telefonato alla trasmissione spiegarono di essere Antonio e Francesco Capone (come i famosi fratelli Capone interpretati da Totò e Peppino De Filippo in Totò, Peppino e la Malafemmina) e di essere pescivendoli originari di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta.
L’obiettivo di Bonolis era portare i due a pronunciare una singola parola, ovvero “Fantini”, che corrispondeva appunto al nome dell’autore del famoso manuale. Ne derivarono una serie di ragionamenti folli e sconclusionati che stando a quanto rivelò Bonolis durarono 45 minuti, contro i soli dieci minuti mandati in onda mentre tutto il resto venne tagliato in post produzione.
Bonolis spiegò che mentre mandava uno stacco pubblicitario si avvicinò agli autori del programma e chiese al notaio se si trattava di una vera telefonata o se si trattava solo di un Pesce d’Aprile. Il notaio, allibito, gli raccontò che era tutto perfettamente vero e che, essendoci un montepremi in ballo, si doveva gestire la cosa con la massima professionalità. “Sono ancora in cura dall’analista peer quella telefonata” ha confessato il conduttore di recente.