Un ispirato Michael Fassbender ed una sempre splendida Charlize Theron non riescono a far’ decollare questa promettente ma banale pellicola.
Della quale la vera protagonista è in realtà Noomi Rapace (Lisbeth di Uomini che Odiano Le Donne). Pellicola che, tra l’altro, una buona parte di cinefili che strizza l’occhio alla fantascienza, come il sottoscritto, aspettava con discreta trepidazione. Belle immagini e post produzione curata, ma da cast, registi e “addetti ai lavori” di questo calibro ci si aspetta ben’altro.
Da studi archeologici effettuati dai due geleologi/scienzati si scopre che tutte le civiltà antiche della terra sono accomunate dall’incontro in epoche e luoghi fra loro lontani con degli esseri (piuttosto alti). Tramite un comune graffito composto da cinque stelle, in un prossimo futuro, si riuscirà a delineare una rotta per raggiungere la galassia con lo stesso agglomerato stellare. Missione finanziata da un eccentrico ma tremendamente anziano magnate del futuro. La spedizione, la nave spaziale Prometheus, parte ed arriva nel pianeta centrale. Non troppo differente dalla terra come atmosfera seppur con aria irrespirabile. Al cui centro si erge una cupola verso cui la spedizione si dirigerà piena di speranze nel trovare i nostri veri creatori.
Insidie, pericoli e scoperte leggendarie avverranno all’interno della struttura, che contiene morte e vita, dolore e, poca, speranza.
Un film con una sceneggiatura fragile, in cui la regia del maestro Ridley Scott risulta coinvolgente solo a tratti. Brevi, tratti. Buona la caratterizzazione del robot Dave interpretato dal già citato e “lanciatissimo” Fassbender, e buona una fotografia che tende a toni scuri e metallici coerenti con lo script. Una storia che nei primi venti minuti dona l’illusione di un buon film di fantascienza con ottimi effetti ed una regia pulita, simmetrica come dovrebbe essere, che pone grandi premesse per poi rivelarle in una serie di splatter-ismi ingiustificabili e gratuiti, che portano una determinata fetta di pubblico a storcere la bocca, e la restante parte a chiedersi perché mai una produzione così imponente si sia basata su di una storia così fastidiosamente inconsistente.
AllTheBest
Note/Semi Spoiler: le teorie sono due, anzi tre.
O si sta già pianificando un secondo episodio.
O la fine di questo film è l’inizio di Alien.
Oppure, e non è da sottovalutare l’ultima ipotesi, erano talmente presi dal “vi siete resi conto che abbiamo buttato N milioni di dollari dove N è superiore a 100 per fare un minestrone insipido?” da mettere un finale criptico il giusto per infastidire ulteriormente uno spettatore già mediamente deluso.