Per la sedicesima tappa del giro d’Italia si approda in Veneto (da venètus col doppio significato di Venezia riferito alla lingua e di mare blu), regione facente parte del REGIO X sotto l’Imperatore Augusto (7 sec. dopo Cristo) comprendente” Venetia”, il Friuli, l’Istria , il Trentino e le città di Cremona, Brescia, Sondrio, Verona e Mantova.
Gli antichi romani favorirono lo sviluppo della viticoltura dal 200 a,c, fino alle invasioni barbariche (400/500 d.c.) dopodichè ci fu un periodo statico di circa 300 anni cessato con la nascita della Repubblica Marinara di Venezia che per quasi 1000 anni (800-1800) con la sua flotta navale importava barbatelle da altre nazioni ed esportava notevoli quantità di vino!
Il Veneto è una regione importante per il vino ma tuttora non ha un buon rapporto qualità-quantità infatti dei circa 8 milioni di ettolitri di vino prodotti ogni anno, solamente 2 sono DOC E DOCG. C’è da dire che le aree veramente interessanti sono solamente il Valdobbiadene (parole composte da valle e duplavilis riferito ai due rami del Piave da cui ha origine il territorio) che produce il famoso prosecco (da prosek quartiere triestino) oggi ribattezzato Valdobbiadene DOCG, uno spumante da uva GLERA (da glarea cioè ghiaia) molto apprezzato nel mondo e la Valpolicella (da vallis polis cellae cioè valle dalle molte cantine) i cui vitigni più importanti sono il garganega (soave), la Corvina , la molinara . la rondinella e l’oseleta (i vitigni del famoso amarone).
Ci ritroviamo in 34 presso l’ormai storica sede in cui anni fa ebbe inizio questo “viaggiare senza muoversi” nelle varie regioni italiane: il ristorante Da Gianfranco! I numerosi tentativi di imitazione, si sono dimostrati in alcuni casi validi tecnicamente ma non all’altezza del nostro in quanto privi dell’ingrediente fondamentale: la PASSIONE! Quando un’iniziativa partita con fini culturali-conoscitivi diventa business, si stronca da sola!
Dopo l’entrèe di polentina con baccalà mantecato, iniziamo con l’antipasto composto da ossocollo, soppressa con filetto, formaggio vento d’estate barricato con fieno e conciato al pepe a cui abbiniamo un valdobbiadene docg dell’azienda vitivinicola Andreola di Farra di Soligo (TV) nella versione cru “rive col s. martino” , una sottozona del valdobbiadene tra i 170 ed i 350m. caratterizzato da forti pendii, suolo calcareo e forti escursioni termiche condizioni ideali per produrre un’uva glera con una buccia più ricca e complessa; è uno dei pochi prosecchi a svolgere una lieve macerazione sulle bucce prima della spumantizzazione che, assieme al drenaggio degli zuccheri residui fino a zero da luogo ad uno spumante con varietale e struttura ai massimi livelli! Si acquista in enoteca (onesta) a 10 euro.
Abbiamo fatto anche un interessante esperimento degustando il vino glera in versionemetodo classico prodotto da Silva Follador che ci ha fatto capire per quale motivo questo vitigno renda maggiormente in versione metodo charmat<; infatti non riesce a produrre struttura perdendo il varietale per non parlare del costo (23 euro).
Passiamo al risotto con radicchio trevigiano e taleggio a cui abbiniamo un valpolicella superiore Telos (dal greco freccia cioè obiettivo da raggiungere) vendemmia 2018 senza solfiti aggiunti della Tenuta sant’Antonio con sede in S. Briccio nella Valpolicella citeriore con i monti Lessìni a far da sfondo.
Questo vino, ha gli stessi vitigni del famoso amarone ma con un moderato appassimento rispetto al fratello maggiore che, assieme alla vinificazione senza solfiti aggiunti, permette una maggior percezione del varietale delle uve con un vegetale piacevole ed uno speziato di pepe nero che assieme alla ciliegia matura ne fanno un vino di grande complessità ed eleganza! Tutti gli anni di sperimentazione ad opera dei quattro fratelli Castagnedi costati tempo, denaro, ansie e dispiaceri, sono stati ripagati!
Armando, Paolo, Tiziano e Massimo sono riusciti a comprendere e quindi valorizzare le logiche della natura senza oltrepassare quella linea che ne difende l’origine “divina”! Piinio il vecchio fu il primo a decantare “l’osservazione dei fenomeni naturali” per comprendere tutto ciò che ci circonda e decidere soprattutto cosa NON FARE!
Questo è un vino che vi risveglierà i sensi a volte sopiti da troppi vini “dell’uomo”, tutti uguali e con una “perfezione omologata”. Il tutto a soli 19 euro sempre in enoteca onesta! E’ il momento del baccalà alla vicentina con broccolo fiolaro di Creazzo al quale abbiniamo un amarone Telos, stessa linea del vino precedente che ne conferma la personalità e la pulizia nella fase gustativa chiaramente con più “muscoli” ma con un briciolo di complessità in meno! Comunque tra gli amaroni, è quello più adatto ai vari abbinamenti appunto essendo “secco” senza quel finale abboccato che caratterizza molti amaroni anche famosi e costosi! Il costo di 45 euro in vendemmia 2015.
Finale “dolce” con il classico tiramisù magistralmente preparato dalla maitre pasticcera Loredana Presutti a cui non ho abbinato il “solito” vino dolce passito (recioto) ma un altro amarone diverso per zona e quindi per caratteristiche organolettiche; siamo a pochi passi dal lago di garda in quel di s. Ambrogio dove ha sede la storica azienda vitivinicola Masi che da diverse generazioni produce eccellenze; il suo Costasera riserva 2015 è un amarone molto elegante, morbido, con degli aromi di frutti rossi maturi intriganti ma con finale decisamente abboccato che ne limita molto gli abbinamenti classici ma lo rende interessante col dessert evitando sicuramente l’insidia della stucchevolezza dell’abbinamento per assonanza che non deve essere preso come vangelo! La cosa interessante comunque è stato dimostrare come ci siano amaroni diversi (sempre di alta qualità) in base alla sottozona o comunque alla vicinanza o meno al lago di Garda.
Onestamente non avrebbe retto l’abbinamento col baccalà come il telos.Il costo è di 50 euro ma è più che giustificato.Veniamo al gradimento dei “giudici-commensali”. Tra i vini netta vittoria (tutto alla cieca) del Valpolicella superiore Telos con 12,41 punti di gradimento medio seguito dall’amarone telos con 11,41 quindi il prosecco e l’amarone Masi costasera riserva con 9,88. Per i piatti primo posto per il risotto al radicchio e taleggio con 13,80 arrivando ad un soffio dal miglior piatto del giro (baccalà alla napoletana 13,96) e seguito a ruota dal baccalà alla vicentina con 13,60 quindi l’eccellente tiramisù con 12,60 ed il set di antipasti con 12,30. Il punteggio medio dei piatti ha superato quello dei vini e colloca il Veneto al sesto posto assoluto su 14 regioni testate.
Il vino più votato del giro rimane il gewurztraminer Lafoa di Colterenzio (alto adige) e la maglia rosa saldamente sulle spalle dei coniugi Giuliano e Dania compagni di vita e di “bicchieri” ma c’è Orazio da Pescara che, in evidente stato di forma, è pronto a coglierne la minima defaillance! Appuntamento alla prossima tappa (Marche).
Stefano Grilli – Enoteca Saraullo anno domini 1966
tel. 0861787751