“L’orrore delle Foibe ci consegna il dovere della riconciliazione”
Vasto. “Il Giorno del Ricordo, che questa città vive solennemente ormai da oltre un decennio, è l’occasione per richiamare alla memoria, in particolare delle giovani generazioni, quella che può giustamente dirsi una delle più grandi barbarie del secolo scorso, che si consumò nell’orrenda e disumana ferocia delle foibe”. Con queste parole il sindaco di Vasto Francesco Menna e l’assessore alla Cultura Nicola Della Gatta hanno annunciato la celebrazione istituzionale prevista in occasione del Giorno del Ricordo, annuale occasione commemorativa della storia del Confine italiano orientale attraverso cui “rinnovare e conservare la memoria di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati all’indomani della Seconda Guerra Mondiale”.
Venerdì 10 febbraio, alle ore 10:00, avrà luogo la deposizione di una corona d’alloro presso il centralissimo Largo Tommaso Saraceni, l’area intitolata nel 2019 alla memoria del concittadino vittima delle Foibe. “Il finanziere vastese in forza alla legione territoriale di Trieste – ha ricordato il primo cittadino – fu catturato il 2 maggio 1945 dalle truppe titine presso la Caserma Campo Marzio insieme ad altri commilitoni e deportato verso la Jugoslavia, dove trovò la morte. Nel gennaio 2017, nell’ambito dell’annuale celebrazione del Giorno del Ricordo, presso la Camera dei Deputati di Roma, alla presenza della Presidente Laura Boldrini, Saraceni fu insignito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella della medaglia commemorativa in riconoscimento del sacrificio offerto alla patria. Con Deliberazione n. 18 del 22.02.2017, il Consiglio Comunale intitolò a Tommaso Saraceni il largo compreso tra l’innesto di via Vittorio Veneto e via XXIV Maggio”.
“A distanza di decenni da quella terribile vicenda storica – ha affermato l’assessore alla Cultura Nicola Della Gatta – sentiamo forte il dovere di assolvere, come comunità civile, ad un duplice impegno: restituire dignità alle vittime, con la piena conoscenza di ciò che accadde, liberandole dalla colpevole cortina di silenzio per troppo tempo eretta e, quindi, realizzare nei fatti un’Europa che sia per davvero, come afferma il Presidente Mattarella, una terra riconciliata con il proprio passato, la patria, oggi e per sempre, dell’amicizia, della comprensione, del primato di ogni persona, nel rispetto delle diversità e dei diritti.”