Daphne Clark potrebbe risultare per molti un nome come un altro, per altri magari più familiare. Dietro si nasconde una persona famosissima.
Spesso ci soffermiamo sui nomi con attenzione, altre volte siamo piuttosto superficiali. A voi questo nome dice qualcosa? Gli appassionati di televisione, magari, avranno confuso questo nome con quello di Daphne Clarke un personaggio immaginario che negli anni ottanta ha riscosso grandissimo successo. Era infatti il ruolo interpretato da Elaine Smith nella soap opera australiana Neighbours. Questa va in onda ancora oggi e ha superato quest’anno i novemila episodi.
Partita nel 1985 con pochissime pretese è in realtà diventato un prodotto famoso in tutto il mondo, tanto che inizialmente si ispirava al suo metodo di produzione la soap italiana più famosa di sempre Un Posto al Sole. Le vicende della storia ruotano attorno alle famiglie che vivono nell’immaginaria “Ramsey Street”. E da questa soap trae parte del suo grande successo anche l’artista Kylie Minogue con il suo personaggio di Charlene.
Oggi però vogliamo parlare di un’altra Daphne che è decisamente più famosa e che per cognome ha un Clark senza la “e” finale come il suo quasi omonimo.
La Daphne Calrk di cui parliamo oggi non è altro che Kate Middleton, la moglie del Principe d’Inghilterra William. Non molti sanno che i due avevano un nome in codice per le guardie del corpo e gli addetti alla sicurezza entrambi con le iniziali che richiamavano ai Duchi di Cambridge. Questi nomi erano stati utilizzati per garantire alla coppia l’anonimato.
Molto spesso infatti questi due nomi hanno permesso alla famosissima coppia di uscire da contesti che si potevano trasformare in spiacevoli epiloghi e dolorosi momenti di diffidenza. Pare inoltre che questi due nomi siano stai poi modificati in seguito proprio a causa della fuga di notizie che avrebbero reso questa operazione del tutto inutile.
Chi si occupa di Royal Family, o banalmente segue le sue vicende, saprà benissimo che di queste cose nel corso degli anni se ne sono sentite tante anche per altri personaggi. Cosa che si è verificata anche in causa di situazioni tristi come la morte di un componente. Per quest’ultima ipotesi spesso si utilizzava una parola in codice collegata a un ponte del Regno Unito. Dopo un incidente sugli sci nel 1988, quando si temeva la possibile morte dell’oggi Re Carlo, si parlò per esempio di Menai Bridge.