Pineto. Ancora due appuntamenti con #io leggo perché: mercoledì 30 novembre alle ore 11,00 nella sala polifunzionale del Comune di Pineto per gli studenti dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII diretto dalla Prof.ssa Sabrina Del Gaone, e giovedì 1 dicembre nella sala consiliare della Provincia di Pescara per gli studenti dei comprensivi di Pescara, tornano i personaggi del libro “Oceano d’amore e i naviganti”, di Leo Nodari.
Dopo il successo di “Oceano d’amore” tornano i personaggi semplici e complessi, quanto mai reali, che popolano le nostre vite, le nostre vie, i nostri stessi condomini, bar, luoghi. Personaggi che vivono a Roma ma vivono ovunque, che palpitano come noi, vagano, oscillano, si tormentano, e come ognuno di noi lasciano una loro personale traccia nella loro unica e sempre diversa ed emozionante ricerca dell’amore. Una ricerca sana ma a volte vana, incontrollabile ma spesso inutile, entusiasmante e disperata ricerca, che offre attimi di felicità da barattare con attimi di tormento. Eppure una ricerca che è vita, irrinunciabile, per questi “nomi” che rievocano gli spasimi serio-grotteschi dei più tipici personaggi pirandelliani che rivendicano il sacrosanto diritto di tutti, di non “essere” mai, nella vita, una volta per tutte. Di poter tornare indietro. Di poter sempre sperare in un giorno diverso davvero, diverso dagli altri.
Il lettore si ritrova a vivere e non a vedere il “film” che si sta girando sull’onda delle immagini che si susseguono tumultuose, fino a vivere la sensazione di essere spettatore in una platea affollata di una pièce teatrale rappresentata solo per lui, e che riguarda anche lui, anzi, proprio lui. Mentre le pagine scorrono veloci sotto gli occhi, ogni lettore che ha vissuto, vive e cerca ancora irrefrenabilmente l’amore, vivrà la messa in scena del suo mondo interno, pregno di conflitti, dinamiche pulsionali, movimenti difensivi, che rappresentano la vita: con i drammi e le gioie dell’amore. Personaggi che riusciranno a rianimare e far vibrare anche l’anima di chi si è arreso alla vita, di chi è stato sconfitto e fatica a rialzarsi, a chi si è chiuso in se stesso e non trova più stimoli; a chi ha ammutolito la sofferenza della vita e la paura dell’amore in una corazza di gelo. Per accorgersi, giunti alla fine, che il “film” vive, e non è ancora concluso.