Giulianova. L’annuncio uffficiale della ‘fanciulla” numero 11 in Piazza Dalmazia ha scatenato commenti sull’estetica dell’opera dell’artista pescarese Franco Summa e sui costi.
Al di là delle dispute artistiche ed economiche l’associazione Demos si interroga sul “metodo democratico e diciamo subito con chiarezza che su questo importante atto dell’Amministrazione comunale (la scelta di un’opera non realizzata direttamente dal maestro, acquistata per un costo di quarantamila euro) le persone avrebbero potuto esprimersi prima, se solo l’Amministrazione comunale lo avesse voluto. Su tale decisione, infatti, tanti avrebbero potuto dare la loro opinione informata tenendo anche conto delle risorse culturali della Città e offrendo all’Amministrazione decidente un più ampio e ricco catalogo di scelte.
Per portare un esempio, sappiamo che a Giulianova c’è stato fino a qualche anno fa prima di lasciarci un allievo importante di Franco Summa: l’Architetto Luciano Secone. Tutti coloro che sanno e/o lo hanno conosciuto, salendo e scendendo le ‘scalette’ della salita Monte Grappa, di Secone sentono la voce e ne vedono il sorriso: quella ristrutturazione, infatti, è uno dei più bei regali fatti da questo nostro artista di grande valore alla sua città (nessuno ha mai messo una targa per ricordarlo). Certo, Secone non c’è più, ma la nostra Città è piena di risorse artistiche altrettanto valide: bastava chiamarle e sarebbero venute anche gratis. Tutti sanno, a proposito, che a seguito di un avviso dell’ex Comitato Lido mirato alla ristrutturazione delle scalette di via XXIV Maggio (progetto rimasto ignorato), vari giovani artisti hanno dato la loro disponibilità volontaria e gratuita.
Abbiamo solo evidenziato un elemento di conoscenza, ma questo testimonia che nel merito della scelta della Giunta i cittadini avrebbero avuto modo di esprimere democraticamente un pare informato e consapevole. Cosa si sarebbe potuto fare e cosa si può ancora fare?
Si premette che la decisione in questione rientra nella logica che si trova nello slogan più volte ostentato dal Sindaco ‘la democrazia è nelle urne’. Verrebbe da aggiungere, ‘quindi decido io che sono stato votato’ ma è una nostra deduzione piuttosto logica. Si tratta di uno slogan antistorico: andava bene quasi duecento anni fa con l’avvento dello Stato liberale (Statuto albertino). Con l’avvento di quello pluralista (Costituzione repubblicana) c’è stata una rivoluzione nella stessa concezione della democrazia. Essa, infatti, oggi sta anche e necessariamente nella partecipazione popolare. Inoltre, il Comune di Giulianova, in ottemperanza, con un regolamento si è obbligato a promuovere la partecipazione con vari strumenti, e dovrebbe farlo sempre, soprattutto su scelte che comportano spese importanti come questa. Non solo, ma anche i partiti e i cittadini su questa scia potrebbero muoversi”.
L’associazione spiega quali potevano essere le mosse dell’amministrazione per una scelta più democratica: “Il Sindaco avrebbe dovuto convocare un’Assemblea pubblica illustrando il progetto della “Fanciulla” prima della delibera di Giunta, promuovendo così un dibattito pubblico democratico e civile (art. 1/quinquies, regolamento per la partecipazione popolare); Se ci fosse (come dovrebbe esserci) una Consulta per la cultura, il Sindaco avrebbe dovuto acquisirne il parere (ma questa Consulta non c’è…); Il Sindaco avrebbe potuto convocare un Forum cittadino per consentire ai cittadini di informarsi ed esprimersi come è stato già fatto nella nostra Città”.
Scelta quindi che non è stata condivisa e che potrebbe essere contesta dai partiti di opposizione che, sostenuti da cittadini e comitati, potrebbero promuovere un Forum Cittadino, un referendum consultivo o una proposta di iniziativa popolare.
“Noi siamo realisti, ma la Costituzione non ancora stravolta e la buona volontà dei cittadini (e di quei partiti che ad essi si richiamano) ci fa essere anche ottimisti”, conclude Demos.