Colonnella. Il Giorno della Memoria sarà celebrato a Colonnella con una serie di appuntamenti che si terranno domenica 27 gennaio presso la Sala Ennio Flaiano.
Il programma, organizzato dal Comune in collaborazione con l’associazione culturale Fintotesto di Teramo, vuole essere occasione di riflessione su uno dei momenti più bui della storia: l’Olocausto.
Ad aprire la giornata della commemorazione, alle 15.30, sarà la proiezione del film Train de vie, di Radu Mihilenau, vincitore del David di Donatello, nel ’99 come miglior film straniero. In un villaggio della Romania per sfuggire alla deportazione nazista, gli abitanti organizzano un finto treno di deportazione, ricoprendo tutti i ruoli necessari: gli ebrei prigionieri, i macchinisti, gli ufficiali e i soldati tedeschi in divisa. Il folle progetto viene messo in atto con l’intento di fuggire oltrepassando i confini rumeni, in direzione Russia. Così la comunità parte, tra speranza, paura e una serie di imprevisti da affrontare.
Il programma prosegue alle 18 con il dibattito L’uomo e la macchina industriale di morte del Terzo Reich, a cui parteciperanno il giornalista e scrittore Massimo Consorti, lo storico Costantino Di Sante, la scrittrice Antonetta Langiu e l’editore Rocco Marcozzi (casa editrice Wizarts) che interverrà sul libro Il Vicario di Rolf Hochhuth.
Nel corso dell’incontro sarà proiettata una video testimonianza di Giuseppe Di Saverio, centenario colonnellese che ripercorrerà alcuni momenti delle deportazioni naziste.
In serata, a partire dalle 21,00, teatro e fotografia si incontrano sul palcoscenico in Se questa è Storia! In programma lo spettacolo teatrale Gerstein, liberamente tratto dal libro Il Vicario di Rolf Hochhuth, a cura dell’attore e regista teatrale Vincenzo Di Bonaventura. Gerstein, militare tedesco e personaggio misterioso e ambiguo, remò controcorrente cercando di fermare il genocidio ebraico informando diverse autorità estere, prelati, cattolici dell’orrore dell’Olocausto, rimanendo inascoltato. Morì in circostanze misteriose in una cella del carcere di Parigi. Gli avvenimenti non sono rappresentati secondo una successione storica, come in un reportage, ma sono condensati dal maestro nello spettacolo in modo da ripercorrere le fasi storiche e politiche che caratterizzarono la guerra. In questo contesto si inseriscono i corti fotografici del fotografo Paolo di Giosia: con Salmo tenta di raccontare, con la sola immagine di Birkenau e il ritmo sincopato del treno, il viaggio dei deportati, in cui il terrore e la paura si elevano a preghiera, in Untitled A-13166 percorre emozionalmente un piccolo tratto dell’esistenza all’interno del campo di Auschwitz e Il posto delle betulle si identifica con il nostro occhio che guarda disorientato l’ormai accaduto, e trasmette all’anima un gelido soffio che ha il sapore dell’assenza, del vuoto, della morte, lasciandola in dolorosa sospensione. Tra le betulle termina il triste viaggio.