Petrolio in Adriatico, le riflessioni di Mercante sulla vicenda Rospo Mare

rospo_mare1Teramo. La vicenda della Rospo Mare , piattaforma offshore dalla quale sono fuoriusuciti idrocarburi, nel tratto di mare tra Abruzzo e Molise, continua a generare reazioni, non solo di natura politica.

Chi, da tempo, ha assunto una posizione critica di fronte a possibili, nuove, trivellazioni in Adriatico, torna a lanciare un monito alla luce della vicenda della Rospo Mare. Tra questi il consigliere provinciale Riccardo Mercante (Indipendente).L’intervento La rospo mare è fantastica! E’ riuscita a risvegliare gli animi di molti politici nostrani che si scoprono d’un tratto difensori dell’ambiente e paladini contro la petrolizzazione. Certo sarebbe sbagliato fare di tutta l’erba un fascio e gli esempi apprezzabili ci sono, ma la critica c’è tutta. A che serve l’aria frizzante della campagna elettorale che stimola ai futuri squisiti parlamentari auspici ed impegni  se poi è il sistema bipartisan a Roma a travolgere tutto e a soddisfare gli appetiti delle multinazionali petrolifere? Le trivellazioni, infatti, avvengono quasi in esenzione tributaria. La compromissione del nostro ecosistema e del nostro mare e il rischio di un disastro tipo quello della British Petroleum nel golfo del Messico genera agli enti un vero e proprio obolo. Infatti, le royalties pagate alle casse pubbliche non superano il 7% a fronte di una media che va dal 30 al 70%. Per non parlare poi delle franchigie minime di estrazione entro le quali le società non pagano tributi. Per fare un esempio su 136 concessioni rilasciate sulla terra ferma nel 2010 solo in 21 casi è scattato il pagamento delle royalties.  Pochi ne sono a conoscenza, ma la Provincia di Teramo ha già approvato all’unanimità il 3 Agosto 2010 un ordine del giorno del sottoscritto volto a contrastare la deriva petrolifera nelle acque prospicienti l’Abruzzo. In forza di quest’atto il presidente Valter Catarra avrebbe già dovuto attivarsi con determinazione presso il suo collega in regione Gianni Chiodi ma questa attività risulta finora non pervenuta. Confido che il deprecabile evento sproni entrambi a porre in essere la soluzione più efficace e tempestiva per salvaguardare le qualità intrinseche e non rigenerabili della nostra regione.

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