Giulianova, Un viaggio attraverso i secoli tra storia, leggende e simbologie che hanno unito epoche, popoli e territori lontani e diversi tra loro. Il professor Francesco Franceschi ha incantato il pubblico accorso numeroso sabato scorso all’Hotel Europa di Giulianova per l’appuntamento del FAI Salotto dedicato a “I Cavalieri Templari: simboli e misteri nella terra di San Giacomo della Marca e nel mondo occidentale”.
Ad introdurre i lavori è stata la responsabile del FAI Salotto, Laura De Berardinis: “Il presidente della regione Abruzzo – ha dichiarato – ha avuto il merito e l’intuito di aver diffuso l’importanza spirituale e socio-politica delle gesta compiute da San Giacomo della Marca nel nostro territorio e in Europa. La cultura non ha confini se non quelli mentali e oggi le nuove frontiere sono quelle che, capaci di abbattere paletti geografici, raggruppano in nome di una ‘Identità rigenerata’ e fondata sulla valorizzazione inestirpabile di radici storiche comuni. L’evento di oggi – ha aggiunto – può considerarsi un “mattoncino” di una vicinanza profondamente percepita tra territori piceni, quello abruzzese e quello marchigiano, ‘ac-comunati’ più che mai anche dal desiderio di raccontarsi e incontrarsi. FAI Salotto vuole porsi come spazio di accoglienza culturale e come ‘antenna vigile’ delle esigenze sociali, ambientali e artistiche che la società reclama”.
I due territori confinanti erano rappresentati dal consigliere regionale Luciano Monticelli, e dal sindaco di Monteprandone, Stefano Stracci, che ha tracciato nel suo intervento un profilo intenso di San Giacomo della Marca, nativo proprio della cittadina marchigiana. Monticelli, in particolare, portando i saluti del governatore Luciano D’Alfonso, ha posto l’accento sui rapporti tra Abruzzo e Marche: “Oltre alla Macroregione Adriatico Ionica, i rapporti sono ulteriormente cementati da altri obiettivi comuni che recentemente sono stati di nuovo al centro del confronto tra i due presidenti. Ad esempio l’accordo di confine per la sanità, il potenziamento infrastrutturale della linea ferroviaria adriatica e della terza corsia dell’A14, le piste ciclabili. Senza dimenticare il riconoscimento da parte del Governo dell’area di crisi industriale complessa delle valli del Vibrata e del Tronto. Abruzzo e Marche cooperano intensamente per la realizzazione di progetti comuni”, ha concluso il consigliere regionale.
Il saluto iniziale è stato portato dal capodelegato del FAI Teramo, Franca Di Carlo Giannella: “Auspico sempre nuove occasioni di confronto e di conoscenza reciproca tra i territori abruzzese e marchigiano – ha affermato – Il FAI ha come obiettivo la tutela del patrimonio ambientale, artistico e culturale dei territori e organizza numerose iniziative in tal senso. Nel prossimo futuro ci farebbe piacere organizzare una visita della nostra delegazione nei luoghi di San Giacomo della Marca”. Desiderio subito raccolto dal sindaco Stracci che ha invitato a Monteprandone gli iscritti e i simpatizzanti del Fondo Ambiente Italiano. Dopo i saluti delle capogruppo del FAI di Giulianova, Marialuisa Di Giovanni e Pinella Poggioli Di Carlo, è intervenuto il giornalista Simone Gambacorta con interessanti considerazioni sulla comparsa già diversi secoli fa dei primi semi della globalizzazione, grazie alla circolazione delle idee praticata e incoraggiata da insigni personalità culturali e religiose.
Entrando nel vivo della conferenza, Franceschi, associato di Medicina interna all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e “appassionato di simbologia”, come lui stesso si è definito, ha accompagnato i presenti nella conoscenza dell’ordine religioso cavalleresco dei Templari, associando la loro epopea alla vicenda storica e spirituale di San Giacomo della Marca. Franceschi ha ripercorso tutte le tappe della storia dei Templari: dalla prima Crociata (1096), alla regola scritta da Bernardo da Chiaravalle, fino alla persecuzione da parte del re di Francia, Filippo il Bello, che ottenne la sospensione dell’ordine da papa Clemente V (1307). Ma i misteri collegati ai Templari hanno resistito al tempo: infatti il professore ha evidenziato le connessioni simboliche con l’area dei monti Sibillini, intrisi di cultura celtica, arrivando a dimostrare i legami culturali tra San Giacomo della Marca, vissuto nel XV secolo, i Templari e la Sibilla Appenninica. Per finire con richiami alla figura di Cristoforo Colombo, alla scoperta dell’America e all’eredità dell’ordine templare nella moderna Massoneria. Un insieme di suggestioni e spunti di riflessione che ha stimolato la curiosità e la sete di conoscenza dei partecipanti.