Giulianova. Tre brodetti marinari – di Molise, Abruzzo e Marche – e un cacciucco livornese in un doppio confronto accompagnati da vini delle colline teramane. Brodetto Festival , la variegata rassegna di brodetti a confronto ideata dalla condotta vibratiana di Slow Food e in corso da alcuni mesi, giunge al culmine con l’appuntamento finale di martedì 1 giugno 2010 al ristorante dell’Hotel Cristallo di Giulianova Lido (Lungomare nord, ore 20.30).
L’appuntamento è dedicato al ricordo di Libero Masi, l’avvocato neretese governatore di Slow Food Abruzzo e Molise, barbaramente assassinato con la moglie Emanuela Chelli da mano ancora ignota il 2 giugno 2005. A cinque anni esatti dall’efferato delitto, la Condotta di Val Vibrata e Giulianova coordinata da Raffaele Grilli rende omaggio alla figura e all’operato di Masi, una delle persone più determinanti nel dare l’impronta , oltre vent’ anni fa, al movimento del Buon Vivere affermatosi poi in tutto il mondo. “ Brodetto Festival -afferma il fiduciario di condotta Grilli – intende proporre un confronto tra culture marinare per conoscere con gusto identità e stili di vita attraverso il cibo del territorio, con attenzione alla stagionalità del prodotto ittico indicando un approccio consapevole al consumo e alla riconoscibilità del prodotto locale”. Nel caso del Cacciucco, variando in base al pescato del giorno, non vi sarebbero regole precise sulla composizione ittica del piatto, piuttosto la scelta inequivocabile, per ottenere un buon risultato, di tutti quei pesci definiti “poveri” o “da zuppa”. Anche il Brodetto giuliese ( lu vredotte) è caratterizzato dall’impiego di molte varietà di pesce, almeno nove-dieci tra cui seppie, triglie, sogliole, palombo, rospo, pannocchie, scorfano, merluzzo, frutti di mare.
A differenza degli altri il brodetto alla termolese (u’ bredette) usa come ingrediente base anche il peperone fresco e la cottura differenziata delle varie specie di pesce. Nella tradizione marinara locale si racconta che quando il pesce era troppo poco si aggiungevano pezzi di scoglio con attaccate alghe e molluschi. Quanto all’originalità della ricetta sambenedettese, la peculiarità è nell’uso dell’aceto, del peperone e dei pomodori verdi. In ogni caso si è di fronte ad esempi di sapienza culinaria regolata dalla necessità di mettere insieme un prodotto spesso difficile da vendere per la taglia ridotta dei pesci. Piatti in origine “ poveri” e di risulta nella composizione, ma ricchi nel gusto al punto da imporsi oggi tra i più ricercati delle tradizioni marinare mediterranee.