Pescara. Da domani il Flaiano Film Festival cambia scene, il 37° Premio Flaiano, come già preannunciato all’apertura, si trasferisce al cinema Massimo. Appuntamento alle 18.30 nella Sala 1 del Massimo con il concorso italiano, “Focaccia blues” di Nico Cirasola: la vera storia della “focaccia che si mangiò l’hamburger”, ovvero l’impresa di un forno di Altamura che nel 2002 fece chiudere un McDonald’s a suon di pizza, pane e focacce, lievitano tante vicende parallele.
In costante disequilibrio tra finzione e realtà, assistiamo al resoconto delle tante anime altamurane protagoniste e testimoni della vicenda, al viaggio in America del giornalista Onofrio Pepe, intento ad esportare la focaccia pugliese nella culla del fast food, alla fiaba romantica di un fruttivendolo innamorato e della bella del paese sedotta da uno straniero alla guida di una sgargiante Corvette gialla. All’interno di queste cornici si innestano vari siparietti comico-nostalgici animati da Renzo Arbore e Lino Banfi o da ospiti d’eccezione come Nichi Vendola e Michele Placido.
Alle 20,45 il recente “Sunshine Cleaning”: alla regia di questo film delizioso c’è Christine Jeffs, che nel 2003 ha diretto Sylvia, il racconto biografico della poetessa americana, Sylvia Plat e il marito Ted Hughes. Si prosegue Alle 22,45 con “Humpday” di Lynn Shelton: una commedia indipendente, cinema minimale, abitato da poche persone e fatto di ambienti ristretti. In Sala 2 si parte alle 18,15 con un omaggio al grande Rohmer con “La nobildonna e il duca: in scena una serie di quadri animati, fotografia priva di colori vivi e quasi totale assenza di movimenti di macchina e di lavoro di montaggio aiutano a creare l’effetto voluto dal regista e il palese inserimento degli attori in scenari fittizi con un forte peso ad una recitazione tutta teatrale.
Alle 20,45 proiettato un pezzo forte della rassegna, il film di Bhaman Ghobadi “I gatti persiani”: girato clandestinamente dal regista iraniano, un film che racconta il mondo della musica underground di Teheran. Il bello dei Gatti Persiani sta nel non essere, come sarebbe stato facile, un film retorico: il termine “diritti umani” non è mai nemmeno evocato, e i grandi discorsi su libertà ed oscurantismo sono accuratamente evitati. Protagonista è il desiderio puro e semplice di fare musica, con tutto ciò che essa può significare.
Alle 22,45 sarà la volta dello svedese “La ragazza che giocava con il fuoco” tratto dal secondo romanzo omonimo della trilogia di Stieg Larsson. Un enorme successo editoriale che puntualmente si riflette sul cinema.“La ragazza che giocava con il fuoco” si presenta come un film con un ritmo incalzante, prossimo all’azione pura, puntando su due grandi protagonisti, Michael Nyqvist e Noomi Rapace.
In contemporanea, alle ore 18,30 in Sala 3 continuano gli omaggi ai leoni di Holliwood. Domani ossequi all’ottantenne Gene Hackman con “Under Suspicion” di Stephen Hopkins: Remake di Guardato a vista di Claude Miller, film francese del 1981, con Lino Ventura, Michel Serrault e Romy Schneider. Alle 20,45 “Il colore delle parole” di Marco Simon Puccioni: protagonisti di questa storia quattro amici, intellettuali, musicisti, sindacalisti e mediatori culturali africani che da anni si battono a favore dei diritti degli immigrati nel nostro Paese. La giornata si conclude alle 22,30 con la replica del film di Polanski “L’uomo nell’ombra.
Monica Coletti