Chieti. Sarà sufficiente un solo biglietto d’ingresso per visitare entrambi i Musei Archeologici Nazionali di Chieti.
Infatti chi acquista il biglietto intero per apprezzare le collezioni esposte a La Civitella o a Villa Frigej, nella stessa giornata potrà visitare l’altro museo con il ridotto di due euro. E’ la prima novità annunciata nei giorni scorsi da Lucia Arbace, direttore del Polo Museale dell’Abruzzo, nel presentare l’ampliamento del percorso espositivo del Museo di Villa Frigerj. Presente Andrea Pessina, Soprintendente archeologo ad interim, sono state illustrate le caratteristiche salienti dei nuovi spazi aperti al pubblico, mentre la d.ssa Arbace ha indicato le linee guida per valorizzare e promuovere i musei archeologici di Chieti e Campli, che ufficialmente afferiscono al Polo Museale dell’Abruzzo, insieme a tutti gli altri luoghi della cultura della rete statale, a seguito della riforma voluta dal Ministro Dario Franceschini.
Con le vetrine dedicate alle popolazioni italiche degli Equi, dei Sabini, dei Marsi e dei Pretuzi si conclude una tappa del rinnovamento del Museo Archeologico Nazionale di Villa Frigerj che è caratterizzato da un percorso secondo sistemi etnico-territoriali. In tal modo è reso evidente il segno distintivo dell’Abruzzo: la segmentazione di entità etniche molto caratterizzate in epoca storica, dal comprensorio Vestino all’area Sangritana, dalle tribù confinanti con il Lazio a quelle a contatto con il mondo Piceno e a quelle insediate nell’area centrale.
Nel 2011 era stato ristrutturato il primo piano, dedicato alle popolazioni Vestine, ai Marrucini, ai Peligni e ai Carricini, con la nuova collocazione del Guerriero di Capestrano al piano terra nel suggestivo allestimento di Mimmo Palladino.
È quindi ora pienamente percepibile, dall’esposizione e dai continui riferimenti, come la collocazione geografica, politica ed economica di queste popolazioni antiche sia da inserire nell’ambito degli scenari più vasti del Mediterraneo e dei territori oggi compresi in Europa.
Importanti e inediti sono i reperti esposti, tra i quali spicca una fibula in bronzo di quasi tremila anni fa, rinvenuta nella necropoli di Pizzoli (L’Aquila) sulla quale è raffigurata una scena di caccia, una delle principali attività delle antiche popolazioni italiche che abitavano l’Abruzzo.