Chieti. E’ stata inaugurata il 14 marzo presso il Museo Barbella alle ore 17.00 la mostra di Manolita D’Antino, artista che coniuga il passato e il futuro, tecnica e tecnologia nella sua Digital Art. La D’Antino, abruzzese, dopo la maturità artistica al Misticoni di Pescara, durante l’apprendistato ha realizzato illustrazioni e fumetti per il mercato francese e italiano. I suoi disegni sono presenti in diverse pubblicazioni giornalistiche ed editoriali. -Il mio lavoro nasce distorcendo il reale nelle foto o nei disegni, cambiandone la natura e il colore, catturando quello che mi interessa o colpisce, creando frame e frattali dipinti a mano e disegnandoci sopra-, spiega l’artista, – intervenendo sulla fusione di questi layout, si arriva all’opera. Non ho vincoli, posso vedere uno spazio immenso davanti ed è fantastico. Dipingere mi dà felicità». Davanti ai pezzi in mostra, si può vedere il movimento nel disegno, l’immagine che si anima, i colori che si sovrappongono attraverso il figurativo ola rappresentazione della natura.
Questa mostra rientra nella manifestazione Omnia Artis, ideata e organizzata dall’Associazione ArteMind e IRDI-Destinazione arte a cura di Massimo Pasqualone, con la direzione artistica di Angela Rossi, che prevede mostre e presentazioni di libri, interventi di personalità del mondo della cultura, artisti, pittori, scultori, letterati, poeti, musicisti, attori e ospiti di vario genere, in collaborazione con il Comune di Chieti, come ha ben spiegato il Prof.Massimo Pasqualone nel suo intervento.
Anche in questo incontro mensile è stato dedicato uno spazio alla presentazione di libri, chiamato l’Angolo Angelico a cura di Angela Rossi, che ha illustrato le tematiche affrontate nel libro di MARCELLO STANZIONEI, La devozione a San Giuseppe dormiente,il culto cattolico al Santo Patriarca, Edizioni il Segno 2017, dal punto di vista teologico e iconografico.
Il mese di marzo è stato dedicato a San Giuseppe, la cui festa viene celebrata il 19 marzo. Il suo culto, diffuso specialmente nel Medioevo dagli ordini monastici, in particolare dai Benedettini e dai Francescani e dai Servi di Maria, ha trovato maggiore incremento grazie a Santa Teresa D’Avila e San Vincenzo Ferrer in Spagna, a Santa Teresa del Bambin Gesù, che aveva visioni mistiche del Santo. – Fu poi il teologo Gerson- come ha sottolineato la prof.ssa Angela Rossi- a scrivere lettere e sermoni e poemi, inviate a tutte le Chiese, considerando il matrimonio di Giuseppe e Maria integro, casto, guidato dallo Spirito Santo, per realizzare il progetto di Dio: dare un padre terreno amorevole, vigilante e responsabile durante la crescita del Bambino Gesù-.
San Giuseppe fu definito, perciò, uomo giusto, obbediente, silenzioso e lavoratore. Il suo nome JOSEPH in ebraico vuol dire- Dio faccia credere, Dio aumenti-. E Giuseppe per ben tre volte ascoltò l’angelo Gabriele, che gli apparve in sogno, rassicurandolo sulla verginità di Maria, chiedendogli di lasciare Betlemme per fuggire in Egitto per proteggere il Figlio dalle persecuzioni di Erode e suggerendogli quando tornare a Nazareth. La giuseppinologia si basa appunto sul concetto che la Sacra Famiglia era un progetto divino trinitario. Pio IX l’8 dicembre del 1870 dichiara San Giuseppe Patrono della Chiesa Universale. Giovanni Paolo II scrisse nel 1989 l’enciclica Redemptoris Custos. Papa Francesco è stato eletto il 19 marzo del 2013 ed è molto devoto della statua di San Giuseppe dormiente, a cui ogni sera chiede grazie per risolvere problemi e essere difeso dai pericoli. E’ stato poi trattato l’aspetto iconografico: il giglio, la palma, la mandorla sono elementi ricorrenti nelle pitture, simbolo di castità, virtù e fortezza del padre terreno di Gesù.
L’incontro, moderato dalla giornalista Pierlisa Di Felice, è stato arricchito da Parole con le ali con Federica Palusci, Stefania Chiarolla, Jolanda Giuggia, allieve della Scuola del Teatro Marrucino con la regia di Giuliana Antenucci, che hanno interpretato alcune preghiere rivolte al Manto di San Giuseppe. I quadri sono in mostra fino al 28 Marzo.