“…poi un giorno qualcuno pronunciò la fatidica parola: un mito! — dice Giorgio Albertazzi del suo lavoro – Sacro racconto di gesta di Dèi ed eroi. E si parlò subito di Achille, del Pelide Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei. E Ulisse — per chi parteggiare? Ulisse il lungimirante lo scopritore d’ uomini che dice «No» alla bellissima maga Circe — dalla quale non si è fatto sedurre e trasformare in porco.
E il viaggio di Enea (superstite dalla distrutta Troia) con il padre Anchise sulle spalle traversa i mari e arriva nel Lazio fonda Roma. Chi sono gli eroi? Incarnano i nostri sogni? Sono figli degli Dèi e degli uomini. Sono immortali. La Duse che camminava — dice Visconti che ebbe il tempo di vederla — camminava sollevata dal palcoscenico.
E Dante col suo viaggio — allegorico mistico e umano – e poi Shakespeare con Giulio Cesare e Amleto. E gli eroi dei primi aerei (il “velivolo” di D’Annunzio) e Cinita che è un mio mito — che forse rivelerò — e mia nonna Leonilde. Mito e infinita dolcezza– conclude il Maestro”.