Alfredo Paglione dona a Chieti ‘La tartaruga teatina’

Chieti. Un’importante scultura in bronzo di uno dei più noti artisti italiani arricchisce il Museo Universitario di Chieti. Dopo la cospicua donazione avvenuta lo scorso anno di trecentouno pezzi in memoria della consorte Teresita Olivares, il mecenate abruzzese Alfredo Paglione ha deciso di donare alla prestigiosa struttura diretta dal professor Luigi Capasso una significativa scultura in bronzo dal titolo “La tartaruga teatina”, opera del maestro lombardo Paolo Borghi. L’occasione è la celebrazione dei venti anni del Museo Universitario che avverrà mercoledì 10 dicembre, a partire dalle 17.30 proprio con l’inaugurazione della scultura.
Il monumento, collocato all’ingresso del Museo Universitario, rappresenta una suggestiva tartaruga sul cui carapace Borghi ha raffigurato le sagome della Cattedrale di Chieti e di altri noti palazzi della Città. L’opera va ad aggiungersi ad altri capolavori sul soggetto tanto caro a Teresita, di noti maestri dell’arte contemporanea, fra cui Lucio Fontana, Aligi Sassu, Pietro Cascella, Renato Guttuso e molti altri, in esposizione nel museo stesso. Inoltre, grazie alla recente donazione di cento opere grafiche originali di Aligi Sassu realizzate tra il 1967 e il 1992, Alfredo Paglione ha contribuito a rendere il Museo Universitario di piazza Trento e Trieste un vero polo d’attrazione anche per gli amanti dell’arte.

“Nel programma che sto portando avanti da qualche anno – racconta Alfredo Paglione – mi sono posto il problema a chi lasciare la sterminata collezione di oltre settecento opere a soggetto “tartaruga” di mia moglie Teresita. Improvvisamente, con l’intervento dell’amico Luciano Di Tizio, si è creata l’opportunità di collocare i pezzi più significativi al Museo Universitario di Chieti, mia città. Poiché quest’anno verrà celebrato il XX anniversario della fondazione di questo importante museo, da tempo ho allora pensato immediatamente alla grande tartaruga della “Città proibita” che si trova in Cina; veramente fantastica! Perché allora non donare una tartaruga ideata da un grande scultore italiano? Questo perché potesse ricordare il lieto evento e, collocata all’ingresso del Museo, costituisse, oggi e in futuro, una sicura attrattiva. Non solo, ma potesse segnalare ai visitatori la collezione delle trecentouno tartarughe di Teresita. Mi sono così rivolto ad un grande artista italiano, Paolo Borghi, lo scultore prediletto di noti architetti, fra cui Paolo Portoghesi. Qualche anno fa, lo stesso artista aveva tenuto a Chieti anche una personale curata da Maria Cristina Ricciardi. Ho voluto anche suggerire all’amico Borghi un’idea che distinguesse e caratterizzasse la sua tartaruga, da me donata, rispetto a quelle di altri scultori, fra cui il più noto è certamente l’artista ceco Ivan Theimer. E così un giorno, all’improvviso, gli ho detto: “Perché non aggiungi alla tua tartaruga un elemento che possa riferirsi alla città di Chieti?” Lui, col suo genio creativo, ha saputo subito collocare sul carapace della nostra tartaruga la sagoma della Cattedrale di Chieti e di altri noti palazzi della città. Così è nata, quasi per gioco, quasi per uno scherzo, ma per un grande atto di amore, “La tartaruga teatina”. Ora, poiché fra i tanti simboli che nella storia, e specialmente nei paesi orientali, vengono attribuiti alla tartaruga, ci sono quelli della fraternità, della longevità e della fortuna, io voglio auspicare che “la tartaruga teatina” possa sempre portare successo e fortuna al glorioso Museo Universitario. Per il bene e la gioia di tanti ragazzi e giovani studiosi”.

“La tartaruga donata dal mecenate Alfredo Paglione e realizzata dallo scultore Paolo Borghi – scrivono Michele Mezzanotte e Valentina Marroni, studiosi di psicologia – vuole trasmettere tutti quei significati archetipici che costellano il suo simbolo: la tenacia, la saggezza, la fecondità, la fortuna, l’immortalità e l’arte. Inoltre è significativo notare che, nell’antica Cina, la divinità degli studenti e degli esami era raffigurata accanto alla tartaruga Ngao. In questo modo l’Università e la città si arricchiscono non solo di un patrimonio artistico, ma anche del ricco significato culturale inerente la tartaruga”.

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