Parlando di lavori futuri, il regista di Salerno ha aggiunto “Non è escluso che possa esserci un sequel per Smetto quando voglio. Non mi dispiacerebbe. Ma se mai si dovesse fare non sarebbe un’operazione commerciale”. Come a dire che non ha alcuna voglia di cedere al mercato: se ci sarà ancora una storia da raccontare per i protagonisti di Smetto Quando Voglio allora se ne potrà parlare. Diciamo che ci sta evidentemente lavorando su. Il microfono è passato poi a Minnella che oltre ad essere regista e anche autore televisivo di format come La Talpa e L’Isola dei famosi.
Il regista di Gallipoli per il suo film ha scelto un attore pugliese Giancarlo Sportelli, le icone di Padre Pio in una scena invadono il mare al posto dei pesci, ancora una volta un riferimento alla Puglia per sottolineare il forte legame con la terra d’origine. Subito dopo a salire sul palco è stata una donna, Giulia Di Quilio. L’attrice di Chieti, che da tempo ormai vive a Roma dove ha lavorato per il teatro e per il grande schermo prestando il suo talento a registi del calibro di Paolo Sorrentino in “La grande bellezza”. Proprio di questo ultimo film la regina del burlesque ha parlato, raccontando il primo provino con Sorrentino quando ha dovuto solo camminare in una stanza e poi l’incontro sul set con Tony Servillo. Prima di consegnare agli ospiti un omaggio della città è stato ricordato che Giulia Di Quilio ha anche realizzato un calendario per il centro di ricerca Mario Negri Sud. L’ultimo ospite della serata è stato Paolo Ruffini che ha presentato al Festival il suo film “Fuga dei Cervelli”, ed ha evidenziato l’importanza della comicità soprattutto in un periodo come quello odierno in cui ridere e far ridere è sempre più difficile. Ruffini ha coinvolto il pubblico in sala, ed è stato colpito dalla presenza, tra i fotografi, di un frate che nonostante la temperatura estiva indossava una sciarpa.
Sceso dal palco ha avvicinato alcuni cittadini prima fra tutti la signora Angela Poli Molino. Anche Paolo Ruffini ha fatto riferimento come Giovanni Veronesi al piatto tipico vastese il brodetto, chiamandolo però brodino. Dopo la consegna dell’omaggio dell’amministrazione comunale a Paolo Ruffini con un piatto di ceramica, su cui è stata disegnata la bagnante, i conduttori della kermesse, Guido Barlozzetti e Paola D’Adamo hanno ringraziato e salutato il pubblico.