Chieti. L’Abruzzo è sempre più un “museo diffuso” dedicato ad Aligi Sassu. Grazie alla generosità di Alfredo Paglione, mecenate e cognato dell’artista, la “regione verde d’Europa” si arricchisce di altre cento opere del maestro sardo-milanese: sarà l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti ad ospitarle grazie alla donazione dal titolo “Aligi Sassu. L’immagine della parola”.
Dall’autunno prossimo, le cento opere grafiche originali realizzate da Sassu tra il 1967 e il 1992 saranno collocate nel Centro di Eccellenza per lo Studio dell’Invecchiamento (CeSI), ma già dal 17 luglio, anniversario della nascita e della morte di Sassu, due selezioni saranno visibili nel Museo Universitario e nella sala consiliare dell’ateneo. Per l’occasione, giovedì 17 luglio ci sarà la presentazione del volume che racchiude le cento opere, in un incontro all’auditorium del Museo universitario in piazza Trento e Trieste a Chieti, con inizio alle ore 18.00. Interverranno Carmine Di Ilio, rettore della d’Annunzio, Luigi Capasso, direttore del Museo universitario, e Adele Cicchitti, direttrice del Museo Sassu di Atessa e autrice del testo critico del volume; l’attrice Giuliana Antenucci reciterà alcune poesie composte da Sassu. Sarà presente Alfredo Paglione.
Filo conduttore della mostra è il legame tra immagine e poesia, che parla di una visione dell’arte di Sassu profonda e sorprendente, e declinata in temi come le “Fantasie d’amore e di guerra dell’Orlando Furioso”, le tavole di “Omaggio alla Sardegna” e di “Cavalli e tori”, l’illustrazione di “Don Chisciotte della Mancia” di Cervantes, e numerose opere dedicate al suo soggetto preferito, il cavallo. È lo stesso Aligi Sassu a spiegare questa sua scelta. Come riportato nel volume “Aligi Sassu. Manuscriptum” del 1992 per il Maestro “La poesia è utopia e verità e sogno di poesia. La pittura è poesia prima di essere verità, la pittura dà forma al disegno, alla poesia, alla mia coscienza, alla mia utopia, di un’arte che è la verità, la concreta splendida verità che non è mai la riduzione al quotidiano ma il mito di un mondo assoluto futuro, un’ipotesi che cala nel presente il passato, ma anche l’avvenire, ciò che sarà ed è. La parola non è più un’ipotesi, un segno, un simbolo, ma si fà concretamente linea, forma e colore. Così la parola di un poeta è per me verità, natura, anima, una profezia di quel che ho fatto, che devo fare”.
La donazione va ad aggiungersi a quella di trecentouno tartarughe (oggetti, sculture, disegni e via dicendo) del 2013 destinata sempre da Paglione al Museo universitario, in ricordo della compianta moglie Teresita Olivares. Ma soprattutto, va ad arricchire la “presenza” di Sassu in Abruzzo resa possibile da altre significative donazioni di Paglione iniziate anni addietro: così, al Museo Palazzo de’ Mayo della Fondazione Carichieti a Chieti si possono ammirare cinquantotto acquerelli che illustrano I Promessi Sposi, undici dipinti (tra cui anche il famoso “I Ciclisti”) sono in esposizione al Museo Barbella di Chieti nell’ambito della mostra permanente “Arte per immagini”, sedici capolavori si trovano nella sala d’arte “Pallano” di Tornareccio (Chieti), paese natio di Paglione, dove nel centro storico è anche installato il mosaico “Il cavallo rosso” nell’ambito dell’originale museo a cielo aperto; inoltre ben duecento tra ceramiche e sculture sono state donate a Castelli (Teramo), e ben duecentodieci opere danno vita al Museo Aligi Sassu di Atessa (Chieti), la più ampia raccolta al mondo dedicata al Maestro, che accoglie dal 2013 anche sessanta pezzi provenienti da Castelli. Se a tutto ciò si aggiungono i due mosaici e l’affresco realizzati negli anni Sessanta nella chiesa di Sant’Andrea a Pescara e il crocifisso in ferro che Sassu donò alla Piccola Opera Charitas di Giulianova, si arriva ad un totale di oltre seicento capolavori del maestro in Abruzzo.