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A L’Aquila sono di scena i ‘Night commuters’

L’Aquila. I “Night commuters” sono bambini, pendolari della notte, ma senza lavori da fare e, soprattutto, niente da guadagnare. La maggior parte di loro viveva nei villaggi della provincia di Gulu, nel nord dell’Uganda. Una storia che ha dell’incredibile, una storia vera che, fino al 2007, ha coinvolto migliaia di ragazzi ugandesi fra i 5 e 15 anni, una storia su una strada protagonista della speranza alla sopravvivenza.

E’ questo il tema dello spettacolo proposto dalla Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli” nell’ambito de I Cantieri dell’Immaginario, nel cuore del centro storico della città dell’Aquila, a Piazza Angioina, martedì 15 luglio con inizio alle ore 21.30.

Un  progetto di Guido Barbieri che, insieme a Oscar Pizzo, ha curato anche i testi e la drammaturgia con testimonianze, anche in video, riprese sul posto.

Il rinvio alla realtà della vicenda è affidata alla proiezione di video curati da Igor Renzetti.Il prologo è invece affidato ad una personalità speciale, la scrittrice Yolande Mukagasana, nata nel 1954 in Rwanda, sopravvisssuta al genocidio dei Tutsi del 1994, che fra i tanti riconoscimenti ha ottenuto anche la “Menzione onorevole UNESCO per l’Educazione alla pace” nel 2003.

In scena come voci recitanti Gabin Dabiré, Balkissa Souley Maiga, Badara Sek e i musicisti Madya Diebate e Lamine Mbaye.  La regia è di Manfredi Rutelli.

Lo spettacolo che vanta anche la pregevole collaborazione con Afron – Oncologia per l’Africa e Destination Jungle, trova a L’Aquila la sua prima esecuzione assoluta in questa versione che purtroppo, non può avvalersi della partecipazione di altri attori del Burkina Faso che non hanno potuto raggiungere l’Italia per problemi burocratici e ritardi nei visti di uscita. In una città ancora ferita che si avvia alla rinascita la storia dei Night Commuters non è solo conoscenza di fatti realmente accaduti ma anche una speranza nel futuro, legata a bambini e ragazzi che persino in un mondo ostile hanno trovato la forza di reagire, la scelta di vivere.