La conferenza “Identità, arte, memoria e diritti umani dei profughi palestinesi” che si terrà giovedì 5 dicembre dalle ore 16 presso l’aula 2 del polo di Lettere, vedrà invitati Enrico Bartolomei dottore di ricerca in Storia dell’Area Euromediterranea presso l’Università di Macerata, Ma’moun Khalaf ricercatore della identità palestinese presso l’Università Roma Tre, Cam Lecce e Jorg Grunert del “Deposito dei Segni”, esperti di pedagogia teatrale ed artistica. La partecipazione all’evento darà diritto a 0,25 Cfu per gli studenti iscritti presso i corsi di laurea afferenti al Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali. Il progetto, arrivato alla sua decima edizione, ha l’intento di promuovere una cultura della pace e dei diritti umani, interessare i giovani alle popolazioni che vivono lungo il Mediterraneo, ai processi storici, culturali, e geopolitici che caratterizzano le sorti di quest’ultime. Partendo dalla testimonianza degli operatori dell’associazione, da tempo impegnata in attività di solidarietà e formazione con i rifugiati dei campi profughi palestinesi in Libano, approfondire il portato educativo ed emancipatorio del teatro, delle arti e della cultura come fautori di cooperazione internazionale e dialogo tra i popoli così come scritto nelle carte dell’Onu e nella Costituzione Italiana. Mentre il governo Letta, sempre prono agli interessi forti, continua a finanziare l’acquisto di strumenti di guerra come gli F35 e stringe ulteriori accordi economici-militari con il governo israeliano di Netanyahu, l’occupazione in Palestina prosegue nella sua quotidiana crudezza sotto il silenzio colpevole della comunità internazionale. La giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese del 29 dicembre è stata dimenticata dai media, così come le numerose risoluzioni Onu, tra cui la 194, che si afferma proprio sul diritto al ritorno dei profughi. Riteniamo quindi doveroso ed opportuno dedicare uno spazio di approfondimento e discussione a questi argomenti, in particolar modo nel contesto di un’Università con una numerosa presenza di studenti provenienti dall’altra parte del Mediterraneo, consapevoli che la ricostruzione di una memoria storica è il primo passo verso una pace vera e giusta per la Palestina come per tutti i popoli oppressi.