Presieduto dall’ambasciatore di Francia in Italia, Alain Le Roy, e dal direttore regionale per i Beni culturali, Fabrizio Magani, e composto da monsignor Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, Gisella Capponi, direttore dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro, Luciano Marchetti, ex vice commissario delegato per i Beni Culturali, Claudio Finarelli, funzionario responsabile del servizio Tutela della direzione regionale Bcp dell’Abruzzo e, per la parte francese, da Eric Tallon e Renan Kremer, rispettivamente consigliere culturale e responsabile dell’ufficio tecnico dell’ambasciata di Francia, Didier Repellin, architetto specializzato nei monumenti storici, e Roch Payet, direttore del dipartimento restauri dell’Istituto nazionale del patrimonio, il Comitato ha dunque concluso la fase procedurale che precede la concretizzazione dell’importante progetto di restauro, elaborato congiuntamente dalle due squadre tecniche, francese e italiana. Si avvia così a compimento il percorso di cooperazione intrapreso dai due governi dopo il sisma del 2009 con il Protocollo interministeriale sottoscritto nel 2010, e perfezionato con l’atto aggiuntivo siglato dalle parti nell’agosto 2012, che prevede un sostegno finanziario da parte della Francia pari al 50% dei 6,5 milioni stimati per l’intervento. I lavori, il cui inizio è previsto entro la fine dell’anno, dovrebbero durare 24 mesi. Intervento di restauro che, supportato da una approfondita analisi storica, costruttiva e stilistica, è concepito in maniera da valorizzare e preservare gli elementi di pregio di Santa Maria del Suffragio, a partire dalla cupola neoclassica e dalla facciata “neo-borrominiana”, cercando di conservare al massimo tutte le parti sopravvissute ai crolli. In quest’ottica, particolare attenzione viene rivolta ai sistemi di consolidamento delle strutture del tamburo e della cupola per il recupero delle deformazioni geometriche e strutturali e il pieno rispetto dei materiali e delle tecniche costruttive originarie, cercando di assecondare, migliorandolo, il comportamento sismico della fabbrica originaria. Gli interventi privilegiano l’utilizzo di metodologie e tecniche tradizionali per il recupero delle lesioni, il ripristino e il miglioramento della coesione e delle caratteristiche resistenti delle murature, supportate, ove necessario, dall’impiego di sistemi e materiali moderni nell’osservanza dei criteri prudenziali codificati dalla disciplina del restauro dei beni culturali quali la non invasività, la potenziale reversibilità, la compatibilità dell’antico e del nuovo.
“La Chiesa di Santa Maria del Suffragio, legata alla storia dei terremoti aquilani, diviene simbolo anche dell’impegno sinergico messo in campo dagli stati esteri, che hanno adottato i beni monumentali della citta’. – afferma il direttore Magani – In particolare con la Francia, si è da subito instaurato un rapporto paritetico di concreta cooperazione e di condivisione di tutte le fasi di lavoro, dalle procedure amministrative alla progettazione. Questa concordanza d’intenti ha reso possibile l’avvio di quello che sara’ sicuramente uno dei cantieri di restauro più complessi ed interessanti della citta’”. “Mi rallegro dell’ottima cooperazione tra Francia e Italia per questo restauro altamente simbolico, sia del sostegno della Francia all’Aquila sin dal 2009, quanto degli scambi continui tra entrambi i nostro paesi in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio, dichiara l’ambasciatore Le Roy”. L’ambasciatore, per la prima volta in città, è stato accompagnato in visita in centro per vedere Santa Maria del Suffragio, costruita dopo il terremoto del 1703, in ricordo delle vittime del sisma su progetto dell’architetto Carlo Buratti. La facciata, progettata dall’architetto Gianfrancesco Leomporri, è invece opera di Antonio Bucci, marmoraro di Pescocostanzo; la chiesa, completata nel 1775, fu arricchita nell’Ottocento con la realizzazione della cupola ideata da Giuseppe Valadier.