Chieti. Questa mattina, nei saloni del Museo d’Arte Costantino Barbella di Chieti, c’è stata la presentazione della mostra intitolata “Le Ninfe di Theate” del maestro Giorgio Mattioli, noto artista di origini teatine, conosciuto negli ambienti dell’avanguardia internazionale, in particolare Parigi, dove ha esposto più volte.
Attivo nel campo della pittura, della ceramica, della scultura, dell’oreficeria, della regia, della scenografia, dell’architettura e della poesia, Mattioli è il creatore di ben 15 correnti artistiche: Iperscritttura, Ideogrammismo, Sgraffitismo, Fosfopittura, Sezionismo, Casismo, Causismo, Fossilismo, Sensualismo, Pittoscultura, Retinismo, Cropsismo, Posupismo, Neoprimitivismo e Piscucermusic. L’esposizione allestita al Museo Barbella, formata da 46 quadri risalenti agli anni 2012 e 2013 e una serie di ceramiche create negli ultimi dieci anni, si colloca all’interno del cartellone del Maggio Teatino e vedrà la sua inaugurazione al pubblico domani, venerdì 3 maggio, alle ore 18.00 e terminerà domenica 2 giugno 2013.
“Questa mostra – ha spiegato Giorgio Mattioli – nasce tramite Aetos attraverso la mia amicizia con la dottoressa Angelica Bianco che si occupa a livello nazionale di diverse attività. Ho dipinto le forme femminili che si trovano qui intorno, ho voluto rappresentare la femminilità del teatino. Questo è un centro di femminilità. Io ho vissuto nelle grandi città dove le donne hanno perso la femminilità, invece il teatino è un’isola felice in questo senso nonostante la crisi. Qui la presenza della figura femminile è molto forte. La creatività? Per me nasce se un artista è fortunato e dal cumulo di esperienze, da un percorso leale con l’arte e con se stesso, ma non è detto che un percorso leale renda creativo, è come un fiore che sboccia, in pochi sono creativi. Ma per essere creativi a 12 anni ci si deve porre una domanda: cosa posso fare di più e di meglio che non sia già stato fatto? Poi la creatività deve avere le radici nell’umiltà, è l’unico elemento che può far sbocciare questo fiore. Oggi tutti sono creativi tramite il computer ma in pochi sono creativi tramite il cuore. Poi la creatività ha un determinato concetto del bello, ma il pubblico ha lo stesso concetto del bello del creativo? Sicuramente non basta che il diverso sia solo ciò che è diverso, poi il bello è una costante naturale che si trova in ogni angolo. Oggi viviamo in un periodo in cui l’esigenza del bello e l’uomo non si sposano con la cultura popolare”.
Francesco Rapino