Chieti, ‘Un giorno in Abbazia’: gite scolastiche innovative

progetto_un_giorno_in_abbaziaChieti. I mesi di aprile e maggio tradizionalmente sono dedicati ai viaggi di istruzione o alle cosiddette ‘gite scolastiche’. Queste uscite hanno una duplice finalità: da un lato, consentire agli alunni dei vari gradi scolari di vivere momenti diversi dalla quotidianità scolastica, svagandosi e cementando le relazioni tra studenti; dall’altro promuovere la visita e la conoscenza di luoghi sconosciuti e importanti per la formazione culturale di bambini e ragazzi.

Normalmente, nella scelta della destinazione influiscono il bisogno di evadere, di allontanarsi ‘il più possibile’ dal luogo di residenza e il desiderio di visitare località turistiche di fama riconosciuta. Il momento attuale di profonda crisi economica che tocca particolarmente la scuola, può dare uno spunto a guardare ‘più vicino’, facendo di necessità virtù. Anche in Abruzzo, infatti, ci sono località degne di nota, non turistiche nel senso proprio del termine, ma certamente incantevoli dal punto di vista naturalistico e di grande interesse sul fronte culturale, architettonico, storico e artistico. Una di queste è l’Abbazia di Santa Maria Arabona a Manoppello. Molti la conoscono e l’hanno visitata perché vi si celebrano matrimoni, ma soltanto pochi ne conoscono la storia, saprebbero leggerne l’architettura e interpretarne la decorazione plastico-architettonica, gli arredi, gli affreschi. MuseAlia l’ha scelta come sede di una proposta originale e innovativa: gite di istruzione attive, tutte giocate e divertenti, utili al contempo alla costruzione di nuovi saperi e conoscenze sul nostro territorio, allo svago, alla vita all’aria aperta e al consolidamento delle relazioni interpersonali all’interno delle classi. “Una giornata in abbazia”, così si intitola la proposta rivolta alle scuole (primarie – classi IV e V), secondarie di primo grado (tutte le classi) e di secondo grado (il biennio), propone un modello di uscita di fine anno diverso dal consueto, in cui le finalità di svago e divertimento si intersecano con quelle di formazione culturale e di istruzione proprie della scuola in un felice equilibrio e attraverso un metodo che stimola l’apprendimento in maniera efficace e piacevole.
“Il progetto – ha spiegato Irene Di Ruscio, presidente di MuseAlia ed ideatrice dell’iniziativa – è una proposta di visite di fine anno a carattere innovativo. L’innovazione sta nel fatto che più che prevalere una forma, si vuole fare più un approfondimento. Dietro questo fatto c’è tutta una metodologia attraverso la quale si fa vivere quel luogo attraverso una serie di attività. Abbiamo scelto l’Abbazia Santa Maria Arabona perché tante volte si scelgono posti più lontani, invece noi vogliamo andare a visitare i nostri tesori, soprattutto in questo momento di crisi. Oltre ai nomi degli spazi, vogliamo indicare a cosa quegli spazi servono. È un’attività con un’impronta di carattere innovativo che di solito non viene fatta, infatti spesso i ragazzi sono abituati a studiare sui libri e non hanno un orientamento fisico. Questo stimola i ragazzi anche ad avere uno spirito di gruppo. C’è anche uno spunto intellettivo, ai ragazzi viene dato un punteggio a seconda di quello che hanno appreso. Terminata l’attività in Abbazia, ci sarà una passeggiata ambientale che permetterà di stare all’aperto. C’è la presenza dell’acqua e dell’isolamento dell’Abbazia rispetto al centro abitato. Come scuole abbiamo avuto l’adesione di due Istituti (Vico e Mezzanotte) e avremo due classi per giornata. Abbiamo delle disponibilità a maggio, se c’è qualcuno che si volesse inserire, ci farebbe piacere. Ringrazio la Carichieti per la collaborazione, essa ha un ruolo importante nel territorio, speriamo che la collaborazione continui”.
Le attività proposte sono strutturate come un challenge, una sfida tra squadre sul piano delle capacità logiche, di osservazione, deduzione, espressione, di orientamento negli spazi architettonici, di lettura e interpretazione delle decorazioni plastico-architettoniche e degli affreschi. Ogni gruppo/squadra viene messo alla prova nella ricerca di particolari, nella capacità di ascolto e riutilizzo immediato delle informazioni acquisite, nelle abilità grafiche, etc. Agli studenti dunque è proposta una giornata piena, densa, con una serie di attività brevi e successive, ciascuna a punteggio, in cui è richiesto apprendere nuovi contenuti sull’abbazia, su chi la fece costruire e chi fisicamente la edificò, su chi la abitò, sulla scelta del luogo, sul come vi si vivesse, sugli spazi in cui è diviso il complesso architettonico e su quelli interni ad esso (lo scriptorium, il calefactorium, la biblioteca, il refettorio e così via), su come sono decorati e arredati. I contenuti appena appresi vengono immediatamente verificati nelle gare, in un positivo rincorrersi di nuove acquisizioni sulla base delle quali, in gruppo, si articolano le scoperte che i ragazzi fanno vivendo direttamente l’abbazia. La giornata si chiude intorno alle 17:00. Il percorso inoltre è articolato in un passaggio continuo tra esterno e interno, dalla sala capitolare al giardino cistercense, alla chiesa e ritorno, fino alla passeggiata ambientale pomeridiana, consentendo ai ragazzi di trascorrere una giornata all’aria aperta, in libertà, ma con molte cose costruttive da fare. Le scuole che finora hanno aderito alla proposta ‘Una giornata in abbazia’ sono le Scuole Secondarie di 1° grado GianBattista Vico e Mezzanotte di Chieti: 10 le classi che parteciperanno tra aprile e maggio a questo nuovo tipo di ‘gita scolastica’, per un totale di circa 250 alunni. Ogni giornata si svolge per 2 classi insieme, quindi una cinquantina di alunni.
“La mia scuola – ha detto Gabriella Orlando, dell’Istituto Vico – ha aderito perché riteniamo che si deve valorizzare il locale. Molti ragazzi, chi se lo può permettere, vanno in America, in Francia, ecc. e non conoscono il vicino, l’ambiente circostante. I miei ragazzi sono andati ieri, le prime due classi. È tutto strutturatissimo, non c’è una falla nell’organizzazione. Conoscere il locale è importante. Da anni queste uscite non sono più gite ma ‘uscite didattiche’. Penso che con questa iniziativa di MuseAlia sia stato raggiunto un doppio obiettivo: quello di vedere e quello di fare. Poi c’è anche l’aspetto ludico”.
La giornata si apre alle 9:00 con la presentazione dell’abbazia e subito iniziano giochi e gare interrotti da merenda e pranzo all’aperto, nel giardino cistercense. Nel primo pomeriggio la premiazione della squadra che si è dimostrata più abile nelle varie prove, ma in realtà c’è un ‘dolce premio’ per tutti i ragazzi e i docenti. Poi si parte per una passeggiata, dal taglio culturale e ambientale insieme, volta a perlustrare i dintorni al fine di comprendere i perché della scelta di quel luogo per l’edificazione dell’abbazia. Nel mese di maggio sono disponibili altre date per scuole che volessero parteciparvi. Le attività del progetto si devono a seconda dei vari aspetti a: Irene Di Ruscio (ideazione, cura scientifica, metodologia didattica, coordinamento generale, conduzione), Romina Del Rosso (realizzazione materiali didattici, organizzazione e logistica, conduzione), Enrica D’Orsaneo (segreteria e supporto alla conduzione), Claudia Cornacchia e Paola Antonelli (supporto alla conduzione). MuseAlia ringrazia Don Michele e Don Nicola che hanno dato la disponibilità dell’Abbazia di Santa Maria Arabona per queste attività e la Direzione Generale e la Presidenza della Carichieti per la concessione dei locali per la presentazione dell’iniziativa.
“Voglio sottolineare l’aspetto didattico – ha rimarcato Ettore D’Orazio dell’Istituto Mezzanotte – si tratta di un’attività di approfondimento a tutti gli effetti, ormai non si parla più di gita. In questo caso ci sono anche dei veri laboratori. Ci sono moltissime teorie che dicono che bisogna fare un’esperienza pratica, quella del fare. Abbiamo apprezzato molto lo spessore culturale della proposta che porta un grosso apporto in termini di approfondimento. Ci riferiamo ad una fascia di età che ha una grossa necessità di approfondimento, non apprendono perché glielo chiede la maestra, ma perché hanno degli stimoli”.
Francesco Rapino

 


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