A partire da sabato prossimo, la Casa della Fotografia entra nel vivo della sua attività, dando il via ad un ciclo espositivo che si aprirà con la mostra di Daniele Cinciripini, artista marchigiano di nascita, particolarmente legato all’Abruzzo. È proprio sulle cime del Gran Sasso che nasce il suo progetto, che lo porterà a mettere tutto nero su bianco nel volume “Vorrei tra le mie mani il tuo viso che è terra (come la terra)”, che sarà presentato sempre sabato, alle ore 17.30.
Si tratta di un volume in edizione limitata, composto di soli 10 esemplari più una prova d’artista, con 12 fotografie stampate al platino su carta Buxton platinotype 200gr fatta a mano da Ruscombe Paper Mill cotone 100%. La fotografia a di famiglia è stata scansionata e ristampata su carta baritata Tetenal TT Vario Fine Art. Testi, fotografie e stampe © Daniele Cinciripini; progetto editoriale: 3/3; scatola e incisioni dei testi: Il Bulino. Realizzato nel mese di maggio 2012.
“L’essere soli in questi luoghi, strettamente legati alla mia infanzia e rifugio dei momenti importanti, ha portato i pensieri e lo sguardo oltre la soglia. I luoghi, dalle forme elementari che si susseguono ed in continuo cambiamento, si sono fusi con il desiderio di regalarci un momento tutto nostro, incontrare il paesaggio ed esserne un tutt’uno”. Il mondo interiore di Daniele Cinciripini è fatto di silenzio. Ma un silenzio denso, intenso. Queste fotografie parlano di un amore profondo che si incarna e sembra ritrovarsi nelle esperienze del passato, nei luoghi della propria storia personale, luoghi che aspettavano qualcosa, qualcuno, per trovare senso e pienezza, e che si aprono ora, come rinnovati, verso inaspettati orizzonti. Per questo racconto fatto di un sottile sottovoce, Cinciripini ritrova una tecnica antica, la platinotipia: nella concentrazione e nell’estrema attenzione del processo della camera oscura aspetta con tensione e pazienza che l’immagine si riveli e prenda corpo in tutti i suoi dettagli e gradazioni. Le stampe al platino sono dedicate in questa mostra alle visioni più personali e a quelle dal valore simbolico più trasparente, al suo autoritratto e ai ritratti di Didi, mentre la natura trova in immagini di più grandi dimensioni e realizzate con una tecnica più contemporanea, il getto d’inchiostro, una più distesa propagazione delle sue luci e ombre, che abbracciano lo spazio e lo trasformano. La dimensione amorosa e la sua forza irradiante si diffonde qui perdendosi nel respiro dei paesaggi innevati, nel tremolio dei rami spogli colpiti dal sole, nel gioco dell’addensarsi e diradarsi di nubi e si raccoglie -ci raccoglie- nell’intimità dell’esperienza assoluta e ineguagliabile dell’incontro.