“Per una Scuola libera e democratica”: così il giovane studente affronta in una nota una questione che va al di là del piccolo territorio tortoretano e che da diversi giorni coinvolge moltissimi studenti attenti al proprio avvenire. Manifestazioni, scioperi e occupazione degli istituti: una mobilitazione studentesca coesa e tenace che è dilagata in tutta Italia. “Il motivo principale che ha spinto numerosi ragazzi ad attivarsi è la proposta di legge n. 953, meglio nota come legge Aprea dal nome della deputata che l’ha redatta – afferma Enrico Romagnoli. Fungendo da portavoce di quegli studenti che si oppongono al suddetto provvedimento, intendo esporre le seguenti considerazioni. Premesso che c’è ancora poca chiarezza, possiamo affermare che il testo del documento in oggetto mira a cambiare il funzionamento delle istituzioni scolastiche statali, compromettendo in particolar modo la loro autonomia.Nel ddl Aprea si evidenziano quattro punti critici. Il primo punto riguarda l’istituzione della “Autonomia Statutaria”. Ogni scuola avrà, quindi, il proprio statuto e la partecipazione degli studenti alle decisioni scolastiche potrebbe venire drasticamente ridotta ad un solo rappresentante.Il secondo punto concerne il conseguente rischio della perdita di ogni sorta di potere decisionale da parte non solo degli studenti, ma anche degli organi collegiali conferendo al dirigente scolastico la possibilità di prendere decisioni importanti in totale libertà.Dal terzo punto emerge la possibilità di introdurre enti privati nel Consiglio dell’Autonomia, che sostituirà il Consiglio d’Istituto, permettendo loro di intervenire nella gestione della scuola grazie al finanziamento delle attività. I privati saranno, quindi, in grado di rivendicare il potere decisionale sul POF, Piano di Offerta Formativa, e non solo.Il Quarto punto rimarca l’obbligo delle scuole di stabilire dei criteri di autovalutazione per poi confrontarsi con l’Invalsi che in questo modo rischia di influenzare direttamente il POF, snaturando il mestiere dell’insegnante così come lo abbiamo conosciuto finora.Il mio obiettivo è di sollevare le suddette criticità al fine di riflettere insieme a studenti e professori affinché gli organi competenti prendano coscienza dell’eventuale compromissione del principio di una scuola realmente libera e democratica.”