“Ritengo che questo sia un convegno importante – ha esordito l’assessore regionale alle Politiche Agricole, Mauro Febbo – che tocca degli argomenti importanti per le nuove generazioni e se ne parla a livello mondiale. Noi siamo in Europa e siamo nella culla della dieta mediterranea. Si deve affrontare seriamente questo problema perché siamo nel mondo occidentale, produciamo tanto ma in molti paesi i ragazzi non sanno che cosa significa mangiare frutta, verdura, bere un buon bicchiere di vino e fare il tutto senza eccedere. Quando si parla di agricoltura e di mondo rurale sono convinto che i ragazzi non si annoino perché sono temi importanti”.
“Noi vogliamo sottolineare l’importanza di questo incontro – ha proseguito Salvatore Grillo di Fare Ambiente – che è stato organizzato qui a Chieti perché abbiamo realizzato una campagna sull’alimentazione che è diventato un problema essenziale sia sotto il profilo salutistico che economico. I ragazzi mangiano merende, si vendono cibi precotti, siamo attratti dalla vita sempre più veloce. Per questo con Fare Ambiente abbiamo organizzato degli incontri. Spesso i prodotto non sappiamo da dove vengono. Oggi vorremmo che i ristoranti dove andiamo, di fianco ai prodotto ci venga scritto il posto della produzione. In questo modo i produttori riprenderanno l’abitudine a consumare i prodotti vicini a noi. Un prodotto che viene da un territorio, ha un forte valore salutistico perché il fisico si è abituato a quel prodotto. Dobbiamo riscoprire il valore dell’agricoltura e trasmetterlo ai giovani. In Europa c’è un’inversione di tendenza. Abbiamo avuto una tendenza negativa che durava da decenni. L’idea dell’ambiente non è quella dell’ambiente che si adatta all’uomo ma di un ambiente a misura d’uomo. Quando l’uomo costruisce in maniera armonica, l’ambiente diventa più bello”.
“Per me l’Abruzzo è una bellissima realtà – ha detto Adolfo Panfili, presidente AIMO e professore presso l’Università La Sapienza di Roma – non è tutto oro quello che luccica. La dieta mediterranea non nasce in Italia ma a Creta e Cipro. L’eccesso di calorie favorisce l’accumulo di grasso che non è solo un fatto estetico ma funzionale. Quando introduciamo un qualcosa di inquinante nell’organismo, esso si difende. A parità di peso, chi ha più grasso ha meno possibilità di sopravvivere. Il cibo mediterraneo è quello al quale ci siamo adattati per millenni, quindi si finisce per somigliare al posto dove si vive. L’impatto della globalizzazione ha scombussolato il sistema biologico. L’Italia è un paese variegato, non bisogna essere stanziali. Bisogna essere dinamici, ma lo spostarsi comporta la dispersione del nostro patrimonio culturale. Il cortisolo è legato all’obesità, cosa che sta accadendo negli Stati Uniti, invece nei paesi arabi c’è un proliferare di diabete. Bisognerebbe mantenere un peso corporeo adeguato. Quando la glicemia sale, il pancreas se ne accorge e produce insulina che produce cortisolo. Questo produce nervosismo, stanchezza, ecc. Molte insegnanti pensano che in questi casi i bambini soffrano di disturbi comportamentali, invece si tratta di un sistema alimentare sbagliato. Quando si produce cortisolo, la priorità del fisico è sopravvivere, quindi lo si deve ridurre. Per vivere a lungo, si devono avere dei problemi per la testa, però la cosa importante è come ci si pone di fronte i problemi. Il grasso va preservato, il corpo umano lo conserva e lo utilizza nel periodo di vacche magre. Bisogna essere consapevoli di ciò che si mangia, la consapevolezza alimentare crea persone consapevoli”.
“La dieta mediterranea – ha spiegato Sergio Di Giulio, docente di Enogastronomia a Villa Santa Maria – è sempre stata uno stile di vita vero e proprio. Mangiare bene, con cibo sano, è sempre stato il modo per confrontarsi con se stessi e con l’ambiente circostante. I marinai sono stati i principali protagonisti che si sono occupati della dieta mediterranea, hanno permesso di associare diversi tipi di alimenti. La cucina mediterranea ha permesso l’incontro di varie popolazioni distanti diversi km tra di loro. La bontà di questa cucina arriva soprattutto dall’utilizzo di recipienti resistenti al fuoco che ha permesso la cucina di alimenti a fuoco lento e a lunga durata. I vari metodi di cottura hanno sempre avuto un ruolo importante. La cucina mediterranea è povera. Una delle peculiarità della dieta mediterranea è la suddivisione dei pasti nella giornata, non solo nei tre pasti principali, ma con altri pasti aggiuntivi, cosa che oggi consigliano i migliori dietologi. Con la tecnologia la vita è diventata sedentaria e l’ingerimento di alimenti è eccessivo. Alla dieta mediterranea va affiancata una vita dinamica. I prodotti della dieta mediterranea sono vere eccellenze che producono ottimi risultati. L’elemento principe è la pasta condita da diverse salse”.
Francesco Rapino