Nei suggestivi spazi espositivi atriani saranno collocate circa cinquanta sculture e una ventina di disegni realizzati su carta da macellaio. La personale dell’artista neozelandese, che vive e lavora a Bologna, è curata da Giuseppe Bacci ed è patrocinata dal Comune di Atri; l’organizzazione è di Paolo Quartapelle e Pasquale Bonomo dell’associazione Babajaga.
“…Nella mostra ‘Il Delta dell’Occhio’ – scrive Lydster nel presentare le opere che saranno esposte ad Atri – il ruolo dell’occhio come apertura verso una più grande dimensione del reale, viene esplorato attraverso una varietà di sculture di animali, teste e teste/figure. Al livello formale l’idea dominante riguarda la forma dell’occhio che richiama da una parte la curvatura convessa del campo visivo, cioè della terra stessa, e dall’altra l’aspetto concavo di una dimensione interiore della coscienza individuale”.
Dopo numerose partecipazioni ad esposizioni, le sculture dell’artista, che vive e lavora a Bologna, approdano per la prima volta in Abruzzo. Famose le sue “teste-paesaggio” “Headscapes” che, come scrive il critico bolognese Raffaele Milani, “…coniugano le visioni del classico e del surreale, ma non invitano ad alcuna forma nostalgica…solo teste fasciate di paesaggio, anzi teste concrezioni di un paesaggio per lo più selvaggio che si esprime dentro e fuori la forma che lo accoglie”.
I primi esemplari di “Headscapes” sono stati esposti nel 2008 nel cortile di Palazzo d’Accursio, nella piazza centrale di Bologna, per la cerimonia d’apertura del Human Rights Nights Festival. Un’altra serie di opere è stata presentata l’anno successivo all’Oratorio di San Sebastiano a Forlì, all’interno della mostra “Headscapes 2”. Nel 2013, gli imponenti “Raft” (poi installato nel centro della città di Budrio) e “Spokesman” sono stati esposti nuovamente nel cortile rinascimentale di Palazzo d’Accursio. Negli ultimi dieci anni, le teste di Lydster sono state presentate in varie località italiane.
Lo scultore Guy Lydster nasce ad Auckland, in Nuova Zelanda, nel 1955. Nel 1963 si trasferisce con la famiglia a Vancouver, in Canada. Negli anni Settanta, dopo la laurea alla University of British Columbia, intraprende gli studi teatrali alla American Academy of Dramatic Arts a Pasadena, California. Durante questo periodo si avvicina alla pittura, sebbene una volta tornato a Vancouver si iscriva alla School of Sculpture della Emily Carr School of Fine Arts. Nei primi anni Ottanta decide di proseguire gli studi di scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Al momento vive e lavora a Bologna.
Fra i maestri del Novecento, grande importanza ricopriranno per lui Henry Moore, Alberto Giacometti e in particolar modo Constantin Brancusi. Nei lavori di questi artisti ritroverà l’armonia con la natura e l’enfasi su un disegno essenziale. Non meno significativa è l’influenza del contatto con l’arte nativa: incisioni eschimesi e i totem della tribù Haida provenienti dalla stessa British Columbia, ma soprattutto le teste Maori intagliate nel legno e le imponenti figure dell’Isola di Pasqua.
Dopo gli studi, il lavoro di Lydster ha seguito tre linee interpretative principali: la testa (“head”), il paesaggio (“landscape”) e l’animale (“animal”). In seguito, ha tentato di arrivare a una sintesi di queste tre tendenze condensandole in un’unica forma: “Headscape”.
Esperienze Professionali
1990: Mostra personale “Sguardi” per il comune di Fiesso Umbertino
1995: Mostra collettiva “Arte e Natura” preso il Museo Zoologico dell’Università di Bologna
1996: Realizzazione ed installazione della scultura “il Toro Rosso” commissionata dalla ditta Nuova Feb di Bologna
1997: Mostra personale presso il comune di Molinella(Bo)
1998: installazione permanente presso la Biblioteca Walter Bigiavi (Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Bologna)