La giuria, presieduta dal critico e saggista cinematografico Stefano Masi, ha inteso premiare l’autore della fotografia boemo per la sua carriera e per gli autentici capolavori firmati soprattutto a cavallo degli anni ’30 e ’40 del secolo scorso e anche per la carica innovativa espressa in quegli anni in cui fornì un contributo fondamentale per lo svecchiamento dell’immagine del cinema italiano.
Il riconoscimento sarà consegnato sabato 14 ottobre prossimo, nel corso della cerimonia di premiazione in programma al cineteatro Comunale di Teramo. A ritirare il premio sarà l’attore Ivan Franek, connazionale di Vich, protagonista del corto Timballo del regista abruzzese Maurizio Forcella e apprezzato in numerosi film tra cui ricordiamo La grande bellezza di Paolo Sorrentino e Brucio nel vento di Silvio Soldini.
Vaclav Vich, boemo naturalizzato italiano, era nato il 18 gennaio 1898. Iniziò a lavorare come fotoreporter quando venne chiamato alle armi durante la prima guerra mondiale. Dopo la fine del conflitto rientrò a Praga e cominciò a entrare nel mondo del cinema come assistente operatore di Otto Heller. Dal 1923 passò alla direzione della fotografia e da quel momento la sua carriera praticamente non conobbe soste.
Lavorò in diverse nazioni, in Germania, Austria, Francia e Svezia. Poi, nel 1936 approdò a Roma e si vide affidare le più importanti produzioni dell’epoca, spesso al fianco di Alessandro Blasetti, Domenico Scala, Mario Soldati, senza tuttavia legare con i cineasti della generazione del Neorealismo. Negli ultimi anni della sua vita insegnò tecniche di ripresa a Roma.