“In questo modo – ha proseguito Santarelli – i mass-media creano i cosiddetti rumori che molto spesso nascondono la vera notizia, il fatto realmente accaduto”. Emblematica, a questo proposito, la scelta di proiettare la canzone “Cattiva” di Samuele Bersani. L’intervento di Roberta Bruzzone, criminologa di fama internazionale, viaggia sulla stessa lunghezza d’onda: “Se la tv nasce come strumento utile al pubblico per avere informazioni, oggi con i new-media sono le notizie che cercano il pubblico. Notizie che, per quanto riguarda i casi di delitti di maggior interesse, sono per la gran parte
false. Molti aspetti sono stati nascosti, manipolati – ha continuato la criminologa –allo scopo di omettere errori, complessità e drammaticità dei casi. Le informazioni che viaggiano sul web, ma anche nei programmi televisivi pomeridiani, sono confuse, frutto di interpretazioni non professionali”. E questo tipo di comunicazione, secondo il professor Santarelli, “non fa altro che rendere le notizie simpatiche o antipatiche,
manipolando l’opinione pubblica e a volte mistificando anche gli addetti ai lavori”. Se da un lato ci sono i media, dall’altro c’è il pubblico, appassionato, che segue con attenzione le vicende anche più scabrose che si verificano nel Paese. “L’interesse dell’opinione pubblica – questo il punto di vista della dottoressa Bruzzone – è sacrosanto perché identifica le vittime come persone normali, gente come noi, per le quali si vuole giustizia”. D’accordo anche il professor Santarelli, che però condanna “il circo mediatico, che ci fa dimenticare chi sono le reali vittime di tali storie”. Il duo Santarelli-Bruzzone continuerà il ciclo di incontri sul rapporto tra criminalità e comunicazione con l’appuntamento del 24 luglio a Ischia (Napoli) e del 27 luglio a Cecina (Livorno). “Il nostro è un modo – ha specificato la criminologa – per risvegliare il senso critico dell’opinione pubblica”.