Il+francavillese+Peppe+Millanta+vince+il+premio+Alda+Merini
abruzzocityrumorsit
/cultura-e-spettacolo/418105-francavillese-peppe-millanta-vince-premio-alda-merini.html/amp/

Il francavillese Peppe Millanta vince il premio Alda Merini

Imola. Nella splendida cornice di Palazzo Tozzoni di Imola, l’autore e musicista Peppe Millanta ha ricevuto il prestigioso premio per essersi classificato al primo posto nella categoria racconti inediti, con il suo Rukelie, che già si era piazzato al secondo posto al “Premio Nazionale sul Racconto Sportivo” indetto dal Coni e presieduto da Giovanni Malagò e Gianni Letta, e al primo posto al Premio per Monologhi Teatrali “Settimia Spizzichino e gli anni rubati” dedicato alle storie della Shoa e presieduto dalle Unioni delle Comunità Ebraiche Italiane.
Al momento l’opera è in finale al “Premio Inedito – Colline di Torino”, giunto alla sua XVI edizione.
La giuria ha motivato la scelta definendo il racconto “meraviglioso, in quanto capace di stimolare cultura e di offrire uno squarcio su un momento dimenticato della nostra storia”.
Il premio, organizzato da Melina Gennuso e di cui è Presidente Onorario la figlia della poetessa Alda Merini, Emanuela Carniti Merini, prevede la pubblicazione con la Helicon, casa editrice di Arezzo, di una raccolta di racconti.
Peppe Millanta, autore abruzzese nato a Pescara e residente a Francavilla al Mare, sta terminando il Master in Drammaturgia e Sceneggiatura presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, dopo essersi diplomato presso la Scuola Tracce di Roma in Sceneggiatura. Ad ottobre è previsto l’inizio dei corsi artistici della “Scuola Macondo – l’Officina delle Storie”, di cui è Presidente e Coordinatore.

 Di cosa tratta il racconto. Il racconto si intitola “Rukelie” e parla del pugile di origine sinti Johann Trollmann. Campione di Germania durante il nazismo, gli fu revocata la cintura per colpa delle sue origini, e fu sterilizzato e internato in un campo di concentramento con la stella marrone sul petto, quella che individuava gli zingari. Lì fu obbligato a combattere (e a perdere) per il divertimento dei soldati tedeschi, in cambio di un po’ di pane. Indomito e ribelle, un giorno decise di dire “no”, per infondere coraggio ai propri compagni di prigionia. Stese uno dei suoi aguzzini, che si vendicò uccidendolo.

 Come è nato il racconto. Il racconto è nato durante uno dei miei pellegrinaggi musicali. Alla fine di un concerto mi sono intrattenuto con un musicista di origine sinti, che mi ha parlato della vicenda di questo uomo che ha osato sfidare il regime nazista. Un personaggio terribilmente umano, e al contempo teneramente eroico

Perché mi ha colpito. Da sempre mi ha affascinato il mondo dei nomadi, dei camminanti, degli uomini liberi. Di “Anime Salve”, per dirla come De Andrè. Un mondo ai margini, portatore però di vivacità, di curiosità, di novità. Ho la fortuna di avere rapporti di amicizia stretta e fitta con molte persone di origine sinti, ed hanno obiettivamente un occhio diverso su ciò che ci circonda, un’altra prospettiva.
La storia di Johann Trollmann, poi, ha una potenza straordinaria. Una storia di riscatto, eroica. Pochi anni fa la Federazione Tedesca di Pugilato ha reso alla famiglia di Trollmann la cintura di Campione di Germania, riconoscendogli quel titolo che gli fu ingiustamente sottratto.