Teramo. Razionalizzazione delle risorse e mantenimento di un’alta qualità negli eventi proposti. In tempi di crisi sono questi i principi guida per gli enti che, ogni giorno, calcolatrice alla mano, devono fare i conti con le risorse che sono sempre meno per tutti. E quando si parla di tagli, si sa, la prima a farne le spese è la cultura. A Teramo, però, la questione viene affrontata diversamente.
Ed ecco che la Fondazione Tercas mette insieme tre Comuni, Teramo, Atri e Nereto mettendo in campo un cartellone unico, che smista, in un certo senso, eventi e risorse economiche puntando sempre e comunque sull’alta qualità del prodotto offerto al pubblico. Le linee guida di una programmazione culturale, iniziata tre anni fa a Teramo e ampliata lo scorso anno ai comuni di Atri e Nereto, sono state presentate questa mattina dal presidente della Fondazione Mario Nuzzo, dai sindaci Maurizio Brucchi e Stefano Minora e dal vice sindaco e assessore alla Cultura di Atri Domenico Felicione.
“La realizzazione di un contenitore unico” ha detto Nuzzo “rappresenta una soluzione virtuosa in tempi di grande difficoltà”. Un progetto complesso e ambizioso allo stesso tempo, che avrà un costo complessivo di 1milione e 200mila euro, ripartiti equamente tra Fondazione e Comuni, a seconda della grandezza di questi ultimi e soprattutto a seconda degli eventi che saranno ospitati in ognuno di essi.
Due le novità del cartellone 2012: anzitutto il bando, che sarà unico, a differenza degli anni scorsi e sarà pubblicato il 4 novembre, con scadenza il 16 dicembre. Le domande pervenute saranno poi valutate da una apposita Commissione tecnica, unica anche in questo caso (seconda novità), che entro il 31 gennaio dovrà decidere quali sono gli eventi più “validi”.
“E’ chiaro” chiarisce ancora Nuzzo “che il cartellone riguarda solo questi tre territori che hanno aderito. Gli altri potranno continuare ad accedere al contributo della Fondazione come sempre”.
Resta comunque una grande occasione di prestigio, soprattutto per un piccolo comune come Nereto. “Per noi è molto gratificante far parte del cartellone” ha detto infatti Minora “perché ci permette di avere spettacoli di alta qualità con un risparmio notevole”.
Soddisfatto anche il versante atriano, che l’anno scorso ha già potuto “beneficiare” dei vantaggi del cartellone unico. “Basti pensare all’apertura della Porta Santa ed alla valorizzazione del teatro comunale, con l’introduzione dei cosiddetti numeri zero”. In sostanza, le compagnie utilizzeranno il piccolo gioiello atriano per provare i loro spettacoli, che poi gireranno su tutto il territorio nazionale. Un esperimento che proprio di recente ha portato grande successo con le prove di Franca Valeri.
Insomma, il cartellone unico rappresenta un’idea diversa di fare cultura, distribuendo le risorse e mantenendo alta la qualità. Come dire, minima spesa, massima resa.
Marina Serra