Il primo, quello di giovedì, intitolato “Rifarsi una vita: lavorare con i profughi immigrati in Inghilterra”, ha visto la partecipazione di Nadine Ballantyne, membro della Ong britannica “World Salusbury”, che ha raccontato la propria esperienza in lingua inglese con traduzione simultanea in italiano. La “World Salusbury” dal 1999 aiuta i bambini profughi e le loro famiglie ad integrarsi nella società inglese attraverso il sostegno in campo educativo, sociale e psicologico. Nadine Ballantyne, nel raccontare la propria esperienza, si è soffermata sulla storia di un ragazzo, comune a tanti altri, ora 19enne, che all’età di 12 anni è fuggito dall’Afghanistan, il proprio paese, arrivando via terra con i mezzi più disparati, fino in Inghilterra, trovando varie difficoltà durante il tragitto. Arrivato in Gran Bretagna, è stato accolto dalla “World Salusbury” e si è integrato nella società inglese. In questi giorni si è recato nel proprio paese di origine per far visita alla madre che non rivedeva da 7 anni.
Nel tardo pomeriggio di ieri, invece, è stato presentato il testo “L’uomo, la vita” di
Francesco Rapino