Il Canto del Cigno Rosso è un inno all’Amore Impossibile: “È antica credenza, ci racconta Platone, che il Cygnus olor detto anche “cigno muto” per l’incapacità di emettere suoni, appena prima di morire fosse invece capace di intonare una struggente e bellissima canzone. Ma c’è una discrepanza di opinioni circa il reale significato del canto: dolore o gioia?…”.
Elisa, una donna “giovane”, si racconta dentro ad una serie di lettere ed immagini scritte a posteriori, nel riassaporare ciò che è stato, e che forse, non potrà più essere e da cui nasce un’opera “anomala”, sciorinata così, quasi come una serie infinita di riflessioni e segni su cui, in fondo, ognuno si ferma ogni giorno, con una sorta di piacevole coincidenza, con l'”angolo” in cui ognuno, a sera, si butta a riposare… mentre, fuori, il tempo cambia, inesorabile, di stagione in stagione. Grazie alla sua modernità espositiva, un miscuglio di parole e rappresentazioni visive, dove le une compenetrano le altre, si lascia cioè una “parentesi aperta”, quella di cui avevamo bisogno, in nome di una personale libertà di pensiero, individuata in effetti quale l’unica chiave di lettura possibile.
Un romanzo da vedere e da leggere. Drammaticamente intenso mentre, più o meno consapevoli, ci si troverà a rivivere i propri attimi, già coautori di una storia infinita: la vita.