Appuntamento giovedì e venerdì prossimi, al Palazzo del Mare, con la partecipazione di Mauro Tedeschini, direttore del quotidiano Il Centro, del professor Andrea Bixio ordinario di Sociologia Generale alla Sapienza di Roma, della professoressa Carmelita Della Penna docente di storia contemporanea alla D’Annunzio di Chieti-Pescara.
Saranno presenti agli incontri i ragazzi delle classi Quinte dell’Istituto Moretti e del Liceo Saffo. Giunta alla sua XV edizione, l’iniziativa nacque dopo l’attentato alle Torri Gemelle del 2001.
“Quando affrontammo all’epoca questo tema”, ha spiegato il professor William Di Marco, presidente dell’Associazione Cerchi Concentrici, “non pensavamo che potesse essere così attuale a distanza di 15 anni. Comunque capimmo subito che dovevamo cavalcare l’idea di affrontare il tema delle culture e religioni che si contrapponevano. Siamo partiti con questa avventura e ancora oggi affrontiamo temi delicati”.
Accanto alla Cerchi Concentrici collabora da anni l’Istituto Moretti, con gli studenti che partecipano attivamente al dibattito e all’organizzazione di numerose iniziative culturali. La dirigente Sabrina Del Gaone spiega il perché del valore della Settimana della Fratellanza.
“Crea un movimento di coscienza, un esempio di cultura di una scuola in cammino”, ha sottolineato la preside, “i ragazzi cercano di capire cosa è accaduto”. Una società che è cambiata da quell’11 settembre del 2001. Un tragico evento che ha sviluppato una sorta di effetto domino con una violenza nel nome di una religione che ancora oggi miete vittime. Una società che cambia, che crea diffidenza. Una diffidenza che può essere però messa a tacere.
“Io porto l’esempio dei nostri migranti”, ha spiegato il vice sindaco Simone Tacchetti, “all’inizio sembrava che potessero essere un problema grosso per la nostra città, di essere ghettizzati. Ma loro si sono messi in gioco, stanno dando un grosso contributo a Roseto. E oggi vengono visti con un occhio completamente diverso”.
Si è passati oggi dalla diffidenza nei confronti dei migranti, all’apprezzamento. Perché proprio i migranti, prestando la loro opera ripulendo gli spazi cittadini stanno dimostrando di volersi integrare nel tessuto sociale locale, nel rispetto reciproco di tradizioni, cultura e religione.