Pescara. Nella giornata in cui tutto il mondo festeggia l’importanza di essere donna, il capoluogo adriatico ha voluto pensare alle tante donne che vivono nel sud del mondo, e ha dato voce a loro, permettendogli di raccontare quelle grandi difficoltà che quotidianamente sono costrette ad affrontare, senza potersi mai permettere di perdersi d’animo. L’‘8 Marzo Donna e…tutti i colori del mondo’, è stata promossa dall’amministrazione comunale di Pescara e dell’Associazione ‘Aiutiamoli a Vivere’ svoltasi presso la Sala Consiliare del Comune per omaggiare il centenario dell’istituzione della giornata dedicata alle donne.
Presenti gli assessori alle Pari Opportunità Elena Seller e all’Associazionismo Barbara Cazzaniga, Cam Lecce, Tusio De Iuliis, dell’associazione ‘Aiutiamoli a Vivere’ e i rappresentanti delle Associazioni ‘Amicizia Iraq-Italia’ di Roma, della Caritas, dell’Anolf e della Cooperativa Ausiliatrice-Incontro.
Un unico obiettivo: aiutare tutte quelle donne che non riescono a vivere della proprio dignità, poiché non riconosciuta dal loro paese di origine, a trovare condizioni e strumenti per migliorare la propria situazione. “Oggi è una ricorrenza particolare – ha sottolineato l’assessore Seller – perché da cento anni celebriamo l’acquisizione da parte della donna di diritti che però non vengono ovunque riconosciuti come tali. La verità è che le nostre battaglie come madri, mogli, sorelle, o semplicemente donne non sono affatto concluse”. “Il Segretario generale dell’Onu Ban-ki Moon, celebrando la giornata internazionale delle donne – ha ricordato l’assessore Cazzaniga – ha sottolineato che dove le donne sono istruite ed emancipate le economie sono più forti e più stabili. Questo è l’obiettivo verso il quale dobbiamo tendere, sostenendo quelle donne che ancora vivono nella povertà, nell’analfabetismo, che subiscono violenza sessuale, con tassi di mortalità ancora spaventosi. Dobbiamo puntare sulla scolarizzazione delle donne, avviando anche nelle nostre città progetti ad hoc contro l’abbandono scolastico, dobbiamo investire sulle donne che rappresentano la risorsa dei nostri territori”. A tracciare un quadro sulla situazione della donna in Iraq è stata Sondos Al-Raui: “Purtroppo la vita delle donne in Iraq ha subito negli anni una vera involuzione: prima del 1980 le donne partecipavano alla vita del Parlamento, erano elementi attivi della vita culturale, scrittrici, autrici affermate. Dal 1980 al 2003 hanno iniziato a perdere i diritti acquisiti in precedenza vittime del periodo di guerre che si sono succedute, prima la guerra del Golfo, poi l’embargo, perché la guerra stessa ha colpito nel cuore l’economia del paese costringendo molte donne, anche laureate, specializzate, a tornare a lavorare i campi. Ma con tutti i suoi difetti comunque il regime di Saddam Hussein era riuscito ad aiutare la donna, la costringeva a uscire per ricostruire il paese e per essere autonoma” La situazione è però peggiorata a partire dal 2003: le università sono state chiuse, intere famiglie con più figli non avevano di che mangiare, e lo stesso Ministero della Salute ha diffuso dati spaventosi sulla mancanza di prevenzione tra le donne”.
E se i dati non sono confortanti, giornate come questa mirano a lasciare un segno concreto per dimostrare che il mondo non si arrende e a 100 anni da grandi conquiste, è pronto di nuovo a lottare.
Monica Coletti