Teramo. Venerdì 14 gennaio, alle ore 18.00, nella Sala Carino Gambacorta della Banca di Teramo, sarà presentato uno studio di Francesca Cappelletti dal titolo “Caravaggio. Un ritratto somigliante”, edito da Electa. L’evento è a cura della storica d’arte Manuela Valleriani, che interverrà sull’opera relativa al grande maestro a diretto colloquio con l’autrice. La presentazione del volume si inserisce nell’ambito delle celebrazioni, ancora in corso in varie parti d’Italia, per il quarto centenario della morte di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610).
Per l’occasione l’intero “corpus” dell’artista è ripercorso in questo elegante volume da Francesca Cappelletti, studiosa della pittura del Seicento, nota per le ricerche archivistiche legate al dipinto di Caravaggio “La cattura di Cristo” (1602) – rintracciato a Dublino nel 1993 – e per essere stata, in seguito a questa vicenda, la protagonista del romanzo di Jonathan Harr “Il Caravaggio ritrovato”, ispirato appunto a tale ritrovamento.
Un’autorevole monografia sul maestro, arricchita da un’apposita campagna fotografica, sostenuta da Electa, di ben 160 illustrazioni, destinata al grande pubblico, ma aggiornata sugli studi più recenti, basata su una completa ricognizione delle attribuzioni e dei dati documentari, che invita a riflettere su un catalogo di opere da considerare come base realistica per ulteriori proposte attributive.
Francesca Cappelletti cerca infatti di fornire un “ritratto somigliante” di Caravaggio pittore, partendo dalle opere e dalle fonti, in modo da ristabilire un’immagine dell’artista più vicina alla verità storica, sia rispetto alle interpretazioni romanzesche della sua vita, sia in merito all’ampliamento – ormai indiscriminato – del catalogo delle opere, riportando dunque la figura del maestro alle dinamiche artistiche del periodo e del contesto in cui visse. “Un tentativo – scrive l’autrice – di rimettere nel suo ritratto, nelle sue mani, il pennello vicino alla spada.”
L’opera di Caravaggio appare scandita nel libro in tre tappe: l’apprendistato a Milano e i primi anni romani; l’attività per i grandi committenti e collezionisti a Roma, ai quali Caravaggio deve probabilmente gli incarichi più prestigiosi; l’omicidio di Ranuccio Tommasoni e la conseguente fuga verso Napoli, con i vari e drammatici spostamenti fino alla morte solitaria e ancora controversa.
Si tratta, quindi, di una risistemazione dei dati storici e delle attribuzioni che cerca di dare non nuove interpretazioni dell’artista, ma un’immagine coerente del suo percorso stilistico, senza fermarsi alla biografia per giustificare la potenza delle sue invenzioni, straordinarie e ancora oggi commoventi.