Il nuovo viaggio, intrapreso per la consegna del nuovo container umanitario per la popolazione del villaggio di Sindia, è personalmente consegnato da Ambra ed Egidio e comprendeva materiale sanitario ed igienico, bagni, materiale scolastico, vestiti ed anche materiale edile utile per ristrutturare scuola ed ospedale. Ma questa nuova spedizione, in realtà, ha portato molto più di quello che si sperasse.
“Questa volta abbiamo avuto grandi sorprese- spiegano Ambra ed Egidio de il Colibrì – tra queste il riconoscimento ed il totale appoggio per il nostro progetto da parte delle autorità locali e della popolazione ed abbiamo avuto anche l’onore di essere ricevuti dall’ambasciatore italiano a Dakar per un encomio, mettendosi a totale disposizione per ogni nostra necessità futura. Inoltre è stato stipulato, con il circolo Colibrì, un contratto di intesa ufficiale da parte del Ministero della Sanità e dell’Istruzione locale. ma il regalo più grande che ogni volta riceviamo è quello morale da parte della popolazione. Tutto questo ci teniamo a dirlo a gran voce, si è realizzato grazie all’appoggio di tante aziende locali e nazionali, che ci hanno fornito gratuitamente materiale edilizio, sanitario, materiale scolastico ( tante scuole del Teramano hanno contribuito con specifiche raccolte), giochi didattici in francese, 1600 chili di vestiti, consegnati personalmente da noi, uno per uno, fino all’ultimo, alla popolazione di Sindia”.
Questa è stata benzina per tante altre iniziative, che potranno contare anche sulla collaborazione dell’ingegnere Almerindo Capuani, socio del circolo “Colibrì”, che finora ha seguito e sostenuto, con la sua attività di solidarietà, ben undici missioni umanitarie, mettendo a disposizione le proprie conoscenze su come migliorare, sul posto, le condizioni di vita degli abitanti.
“Il nostro intento non è unicamente quello di puntare sull’assistenzialismo – spiega Capuani – noi vogliamo garantire, anche a Sindia, la possibilità di creare posti di lavoro tramite un auto sviluppo sostenibile. Tre sono le necessità più importanti della popolazione: acqua, igiene e salute. Ciò che vogliamo fare con il Colibrì è costruire pozzi sul territorio per fornire acqua, pompe sommerse ed impianti fotovoltaici per l’irrigazione dei terreni ed insegnare alla popolazione gli antichi mestieri, come accadeva una volta in Italia, per un auto sviluppo del territorio. Per la mobilità, ad esempio, fornire loro biciclette con cui spostarsi e raggiungere i luoghi di lavoro. Il tutto con la collaborazione e l’appoggio del governo locale. Il tutto per garantire una vita dignitosa, lì, dove la popolazione è nata e vive”.
Intanto che si stanziano le basi per il secondo step del progetto “Io faccio la mia parte”, il Colibrì, in questi giorni, spedirà dodici macchinari emodialisi in Venezuela, sostenendo l’operato dell’associazione italo-venezolana “Alma Criolla” per il programma “Ayuda Humanitaria para Venezuela”.
Altre iniziative targate Colibrì: il 26 maggio parte il Cineforum dedicato al tema dell’immigrazione femminile
Immigrata? Prima di tutto DONNA!
Le donne rappresentano circa la metà dei flussi migratori internazionali. Spesso, diversamente dal passato, intraprendono da sole il viaggio verso il paese di destinazione.
Chi sono queste donne? Da dove vengono? Perché partono? E a quali prospettive vanno incontro?
Un tema delicato che verrà sviluppato e approfondito attraverso un ciclo di cineforum.
Primo incontro giovedi 26 maggio, ore 21.
Rassegna curata da Gianmaria Di Silvestro.