La manifestazione patrocinata dal Comune, con la direzione artistica di Massimo Pasqualone, è organizzata dal Circolo virtuoso “Il nome della Rosa” di Giulianova in collaborazione con Via del Sole Volontari Giulianova, con l’associazione culturale “Gruppo Orao”, con le Scuole e i Laboratori d’Arte, con l’associazione “P. Candido Donatelli” e con la Federpesca Giulianova, in cui gli artisti dipingono nel Centro Storico gli sportelli delle utenze acqua-enel-metano.
Particolarmente nutrita di eventi l’edizione annuale. Si inizia il 27 maggio con il gruppo teatrale “TeatrAbili” che grazie alla collaborazione dell’IIS “Crocetti” porterà in scena alle ore 21 sulla battigia, in prossimità del Molo nord del porto, lo spettacolo “A riva? Il mare di mezzo”. La messa in scena, saggio-spettacolo del laboratorio teatrale diretto da Margherita Di Marco e Alessandra Zancocchia della Compagnia dei Merli Bianchi, nasce come desiderio da parte dei giovani attori di approfondire la tematica inerente le migrazioni e in particolar modo quelle che più da vicino hanno toccato le nostre rive e anche le nostre emotività.
Il “clou” della manifestazione si avrà il 4 giugno, a partire dalle ore 9.15. L’attività degli artisti, lungo le vie e nelle piazze della Città alta, si intersecherà con il Festival Internazionale delle Bande musicali, ed in particolare con la sfilata alle ore 9.30 della banda della Moldavia. Quindi alle ore 11 concerto live “Via Acerbo” di Emanuele Di Domenico & Nancy Montebello; alle ore 13.30 pranzo comunitario al sacco lungo la Salita Montegrappa con musica ed intrattenimento; alle ore 14.30 ripresa dell’attività degli artisti; alle ore 17 merenda e caffè; alle ore 18 concerto live Luca Mongia & Mirlo Di Staso ed alle ore 19.30 termine dell’attività degli artisti con un ricordo tributato a Laura Giansante e a Luciano Secone quindi saluti finali e consegna degli attestati.
“Questa iniziativa – hanno detto Cameli e Di Cristofaro – continua a registrare consenso, simpatia e interesse. Da ultimo anche l’assessore del Comune di Viterbo ha espresso l’intenzione di importare nel capoluogo laziale il modello giuliese”.