Pescara, Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin: i grandi della fotografia alla facoltà di architettura

IMG_2762_per-webPescara. Una vera e propria immersione nella storia della fotografia italiana degli ultimi sessant’anni l’incontro di questa mattina con Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin all’università di Pescara. Davanti al numeroso pubblico che ha riempito l’aula rossa della facoltà di architettura, i fotografi hanno raccontato con grande passione la loro opera, corredando la visione di fotografie con spiegazioni teoriche e aneddoti divertenti.  


La lezione di oggi ha concluso l’iniziativa “Fotografie al margine”, organizzata dall’associazione studentesca “360 gradi” per documentare attraverso le testimonianze di alcuni tra i più importanti fotografi italiani i diversi punti di vista sulla società contemporanea. In particolare lo sguardo è stato rivolto a quei luoghi e a quelle situazioni marginali che, per la loro voglia di riscatto e per la ricchezza della multiculturalità, spesso generano un’energia straordinaria e danno impulso a trasformazioni e alla creazione di nuove forme di adattamento.
Il fermento culturale e sociale dell’Italia degli anni sessanta, che porterà agli sconvolgimenti del ’68 e degli anni successivi, costituisce l’humus da cui trae ispirazione l’opera del giovane Gabriele Basilico, studente di architettura con la passione della fotografia. Mentre frequenta gli ambienti intellettuali e artistici della Milano di quegli anni, le occupazioni di università e fabbriche in nome dell’immaginazione al potere sono i soggetti prescelti per i suoi reportage, finché alla fine degli anni settanta il contatto con un progetto di fotografia architettonica di Bernd e Hilla Becher lo porta ad appassionarsi all’urbanistica. Le industrie, il paesaggio urbano, i quartieri periferici di Milano e poi delle città di tutto il mondo diventano così il suo personale punto d’incontro tra architettura e fotografia, il centro della sua attività, grazie alla quale partecipa al programma francese Datar, il principale studio condotto da un’amministrazione pubblica europea sulla gestione del paesaggio e del territorio.  
Completamente diverso, ma questa complementarità non fa che accrescere l’interesse dell’incontro odierno, è il percorso di Gianni Berengo Gardin, uno dei grandi della fotografia mondiale del novecento. Autodidatta con una vecchia macchina a soffietto, scopre casualmente la fotografia di impegno sociale che prende piede negli Usa dopo la crisi economica degli anni trenta e sviluppa interesse e sensibilità per le tematiche sociali. La vita quotidiana, la famiglia, la provincia, il punto di vista inusuale di luoghi più che noti sono il centro d’interesse del fotografo ligure, che questa mattina non manca di divertire la platea di Pescara raccontando la sua avversione per il digitale e le moderne tecniche di foto-ritocco.
Berengo Gardin, che nella sua lunga attività ha ritratto anche scorci del borgo abruzzese di Scanno, non si considera un artista, ma un testimone che vuole documentare il proprio tempo, con una decisa propensione per l’azione dell’uomo, anche nelle situazioni più marginali. Ed è proprio in questo contesto che il maestro illustra i suoi lavori nei campi nomadi e soprattutto la lunga collaborazione con Franco Basaglia, il promotore della legge 180 che abolì i manicomi, con cui mostrò all’intero paese immagini mai viste prima sulle condizioni inumane in cui spesso vivevano i pazienti psichiatrici in Italia.
Al termine della lezione, come omaggio per gli ottant’anni di Berengo Gardin, è stato proiettato un video realizzato dagli studenti con le migliori immagini dei fotografi intervenuti negli incontri montate su musica di Fabrizio De André.
Nell’ambito di “Fotografie al margine” si sono svolti nelle settimane scorse altri incontri con i fotografi Cosmo Laera, Andrea Jemolo e Luca Campigotto. L’iniziativa è stata realizzata grazie ai finanziamenti del programma universitario per le attività culturali e sociali degli studenti e con il decisivo sostegno dei professori Potenza e Andriani della facoltà di architettura. Su questi incontri è in programma l’uscita di un volume.

Pierluigi Farnese


 

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