La manifestazione, patrocinata dal Comune di Lanciano, che vedrà la partecipazione dell’Ambasciatore del Regno di Norvegia in Italia, S.E. Einar Marentius Bull e della Direttrice del Fram Museum di Oslo Dott.ssa Anne Rief, è stata illustrata, agli organi d’informazione, questa mattina lunedì 13 settembre 2010, sempre all’interno del Polo Museale S.Spirito. La presentazione dell’iniziativa sarà curata dal giornalista, Daniele Lanetta.
“FRAGILI GHIACCI DEL POLO” è un documentario prodotto da Memoria AudioVisivi e La Repubblica. TV l’emittente televisiva digitale del noto quotidiano.
Il documentario racconta l’importanza delle ricerche scientifiche internazionali che si svolgono a Ny Alesund nelle Isole Svalbard dove esiste una stazione scientifica internazionale che ha il compito di monitorare gli indici dello stato di salute del pianeta, di cui l’Artico è diventato il termometro.
La base si trova nei pressi della Baia del Re da cui nel 1926 partì il dirigibile Norge con bordo Roald Amundsen e il generale Umberto Nobile, i primi esploratori che riuscirono a raggiungere il Polo Nord.
Il documentario presenta inoltre per la prima volta al grande pubblico italiano la figura leggendaria di Fridjof Nansen, esploratore, scienziato e politico norvegese vincitore nel 1922 del Premio Nobel per la Pace. Gli Autori viaggiando su piccoli aerei o a bordo di motoslitte, con il kit di sopravvivenza per due giorni imposto dal Governatore delle Svalbard e che comprende anche una carabina di calibro adeguato per difendersi da un probabile attacco di un orso, hanno avuto la triste conferma che l’Artico non è più un territorio da esplorare ma un territorio da salvare.
“Nel fegato delle foche e nel sangue degli orsi c’è arsenico e una quantità tale di prodotti velenosi che ci si domanda come sia possibile” ha detto Antonello Tiracchia. “Il “mondo civile” è lontano migliaia di chilometri, così lontano che un piccolo problema a queste latitudini può trasformarsi in un dramma mortale, ma l’inquinamento è nella neve, nel ghiaccio, nell’aria e nel mare, come i prelievi di sangue su questi animali confermano. Ancora per qualche anno pochi orsi polari e alcune foche dell’artico vivranno la loro vita senza avere mai visto e sentito l’odore di un essere umano, quello strano bipede che ha stabilito la loro fine senza avere mai visto il loro habitat e senza porsi una qualche domanda in merito. Per questo i ghiacci del polo sono fragili, come la vita dell’uomo che offendendo la natura e disprezzando l’ambiente sprofonda sempre più verso il nulla” ha concluso il documentarista.
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