Mosciano. Seguendo una tradizione religiosa, ma che nel caso di specie è un momento di grande partecipazione popolare, si è tenuta la storica processione del Venerdì Santo, che secondo alcuni a queste latitudini si svolge addirittura dal ‘600.
La storia della Processione del Venerdì Santo a Mosciano
Da secoli a Mosciano i riti della Settimana Santa hanno sempre avuto il loro culmine nella famosa Processione del Venerdì Santo (con la Sacra Rappresentazione dell’incontro con la Veronica ed i canti degli Angeli e degli altri figuranti in costumi settecenteschi) che, un tempo, richiamava in paese folle di devoti anche dai paesi vicini.
Addirittura, dal “Notiziario del Crocettl”, pubblicato dalla Professort Giovanna Manetta Sabatini in “Mosciano Sant’Angelo nell’Abruzzo Teramano e nel Regno di Napoli durante il secolo XVIII “- Edigrafital, Teramo, apprendiamo che, nell’anno di grazia 1764, in segno di riconoscenza verso alcuni pii “Missionarij ApostolicI” che avevano tenuto il quaresimale a Mosciano … “ritrovandosi i sopradetti (. . .) nella Terra di Bellante a far le sagre Missioni,
il divoto Popolo di (. . .) Mosciano, d’ogni sorta di genere e condizione, vi andiede in processione di penitenza, seco portando la Statua della Vergine Addolorata e del Cristo Morto(. . .) Andavan vestiti di sacco gli uomini, servendosi parte de sacchi delle sei compagnie di questo luogo, e parte di tutti gli sacchi delle Compagnie di Giulia, che in unum a’ due a’ due facean lunghissima processione, oltre le numerose donne (. . .) tutte messe con corona di spine (. . .) ” pag. 535-.
Nel corso dei secoli, al di là delle forme espressive del sentimento religioso, certamente legate a contesti socio-culturali profondamente diversi dall’attuale, la pia tradizione legata all’evento teandrico, di cui ancor oggi, nella Settimana Santa, si continua a fare memoria, si sia talmente radicata nel sub-strato culturale moscianese, al punto da diventare patrimonio comune della nostra gente.
Così, col fluttuare dei decenni e dei secoli, alcune tradizioni sono scomparse (Esempio: la Processione dell’Addolorata che attraversava tutte le vie e viuzze del paese, nel C.d. “Venerdì Santo della Madonna” (quello che precede la domenica delle Palme!), per indicare che la Vergine si metteva in viaggio alla ricerca del Figlio; il canto della “Orazione” da parte di contadini e braccianti che, in quello stesso giorno, essendo ancora impegnati nei campi a “mondare” il grano, al suono delle campane che annunciavano “l’uscita” della statua della Vergine, si univano “spiritualmente” al sacro corteo con il loro canto; il giro per le case dei questuanti che, nella nostra comunità, ancora marcatamente agro-pastorale, cantavano la “Passione’: accompagnandosi col suono de lu Ddù Bbott; la “Via Crucis” vivente che, sino a poco più di tre lustri fa, era animata da giovani della Parrocchia e si svolgeva nel campo sportivo, ecc.-) ed altre hanno preso il loro pos o, come per esempio, la processione della “Desolata”, la mattina del sabato Santo, ecc.-
In particolare la processione pomeridiana, che parte dalla Chiesa della Madonna Addolorata, desta particolare interesse soprattutto per il coinvolgimento dei bambini (“angioletti” che portano in processione i simboli della passione di Cristo, intonando antichi cantI) e di altri figuranti (La Veronica, giovane del paese dalla voce potente e melodiosa; le Gerosolime, ragazze vestite di bianco; le Tre Marie; le Serafine, che portano su dei cuscini i simboli dei dolori della Madre di Dio, ecc …). Secondo alcuni, la processione del Venerdì Santo che, con queste caratteristiche, si svolge in paese, risalirebbe addirittura al ‘600.