Pescara. Un viaggio nella tradizione, alla ricerca delle radici etnomusicali dell’Abruzzo e del centro-sud: è la settima edizione di Majella etnofestival, a San Valentino il 6 e il 7 agosto.
Presentata questa mattina in conferenza stampa, la manifestazione prevede, a corredo di due serate di musica e danza, corsi di tamburello e laboratori di organetto e danze tradizionali, tenuti da esperti ricercatori delle usanze della tradizione artigiana e musicale. Un viaggio sonoro dalle Marche al Salento, alla riscoperta di balli arcani e poco conosciuti come la saltarella, la ballarella della Majella, la spallata, la cotta e la jisciana, riproposti dalla sezione ‘Abruzzo a sud’, dedicata appunto alle tradizioni diffuse dal fiume Pescara in giù.
“La tradizione più profonda dell’Abruzzo rischia di essere sommersa dalle tante rielaborazioni messe in circolazione, e rischiano anche di sparire i veri protagonisti, finendo così nel dimenticatoio un grande patrimonio”, ha dichiarato il direttore artistico del festival Silvio Pascetta, “per questo abbiamo scelto di collaborare con i migliori ricercatori della materia e con compagnie di artisti che ripropongono la tradizione originale e che ad essa sono legate direttamente”.
Il cartellone prevede studiosi come Pino Gala, Adriana Gandolfi e Domenico Di Virgilio, mentre tra le varie compagnie abruzzesi, marchigiane e salentine spicca il nome di Enza Pagliara, una tra le più pure, ‘antiche’ e suggestive voci del Salento: da anni una delle maggiori protagonisti della Notte della taranta. Concerti e feste danzanti in piazza, quindi, venerdì e sabato a San Valentino, al grido di: “La lune ce la fa la saltarella”.
Daniele Galli