Ricordare la Shoah non per guardare indietro ma per assicurarsi che le tragedie, come lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento, non possano più ripetersi, gettando semi che evitino che nuovi olocausti di altri generi possano ripetersi.
Nel Giorno della Memoria, che ha visto questa mattina l’Università di Teramo ospitare un migliaio di studenti provenienti dalle scuole superiori di tutta la regione, ha sintetizzato così la docente Raffaella Morselli, tra le organizzatrici dell’incontro dal titolo “La parola ebreo”, il senso di una iniziativa voluta proprio per educare i giovani al rispetto delle diversità, contro ogni forma di discriminazione.
Non poteva mancare un riferimento da parte del rettore Luciano D’Amico alla discussione su diritti civili che proprio ieri ha visto una netta presa di posizione a riguardo anche da parte del sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, con il quale il magnifico vorrebbe poter avere anche un confronto pubblico.
E ricordando la responsabilità di chi fino al 1944 anche nella provincia di Teramo si è voltato dall’altra parte non prendendo posizione sui campi di concentramento di Nereto, Notaresco, Tossicia, Civitella, Tortoreto e Corropoli, il rettore ha aggiunto “anche oggi non possiamo fare come i nostri nonni che hanno girato la faccia in quei fenomeni di discriminazione che, seppur meno feroci vista la mitezza dei tempi,non ci possono vedere spettatori passivi nei confronti di tutte quelle minoranze che richiedono tutele”.
Il riferimento è alle tragedie dei migranti ma anche a quelle “discussioni esecrabili” sul tema dei diritti civili e delle unioni di fatto, considerate “forme di discriminazione che producono ancora oggi molto dolore”. Il rettore poi, ha sottolineato come invece di coprire i capolavori dell’arte italiana durante la visita in Campidoglio del presidente iraniano Hassan Rohani ci si debba preoccupare di chiedergli conto delle esecuzioni capitali che si effettuano in quel paese solo sulla base di idee discriminatorie.
Alla manifestazione dell’Ateneo teramano hanno preso parte anche il portavoce dell’Ambasciata d’Israele in Italia, Amit Zarouk e la scrittrice israeliana Judith Katzir che ha presentato un suo libro e ha parlato del rapporto tra letteratura, Israele e memoria della Shoah. Inoltre, è stata fatta suonare per la prima volta dopo il restauro, l’allarme della sirena antiaerea situata fino al 2008 sul campanile del duomo teramano.
Le celebrazioni della Prefettura di Teramo
Il prefetto Valter Crudo ha consegnato ai familiari le Medaglie D’Onore, conferite in memoria di Luigi Mascioni (deportato in Germania dall’8 settembre 1943 all’11 agosto 1945) e di Giuseppe Di Martino (deportato dal 1° settembre 1943 all’11 agosto 1945), due cittadini della provincia di Teramo che la Repubblica italiana ha riconosciuto a titolo di risarcimento morale per essere stati deportati ed internati nei campi di concentramento nazisti nell’ultimo conflitto mondiale.
LE CELEBRAZIONI IN PROVINCIA. Accolti dal consigliere provinciale Maurizio Verna e dalla responsabile della Biblioteca Delfico, Nadia Di Luzio, questa mattina, centinaia di studenti delle scuole superiori e i loro insegnanti hanno celebrato la Giornata della memoria assistendo alla proiezione del film “Storia di una ladra di libri” di Brian Percivale, adattamento del romanzo di Markus Zusak.
“Mai come quest’anno la Giornata della Memoria è ricca di spunti di riflessione – ha dichiarato il consigliere Verna – l’attualità non ci fa sconti e ci fa uscire dal recinto della retorica, sempre in agguato, per confrontarci con i tanti strappi dell’umanità. Un bel film e una bella giornata”.
La proiezione è stata preceduta da una presentazione critica del film curata dal responsabile della mediateca, Dimistri Bosi.
Storia di una ladra di libri è un racconto di “formazione” ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale in un piccolo villaggio della Germania. È il 1939 nella Germania nazista. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero.Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d’amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l’orrore che la circonda.