L’appuntamento è per domenica 27 dicembre dalle ore 16 (ingresso gratuito).
Saranno più di 80 i partecipanti.Il percorso è stato esteso oltre le mura del convento in uno spazio verde recuperato grazie a questa iniziativa. Una dimostrazione degli antichi mestieri, spesso sconosciuti ai più giovani, come tessitrici, fabbri, scrivani, falegnami, calzolai e cestai, spazi per la degustazione di prodotti tipici, il tutto in perfetto stile francescano, fatto di materiali riciclati,che altrimenti sarebbero stati smaltiti con un costo,stoffe povere, tavole ed abiti improvvisati, conditi dalla passione degli attori coinvolti.
E questo grazie alla disponibilità di padre Carmine Ranieri, responsabile provinciale dei Cappuccini che ha acconsentito alla realizzazione dell’evento.
L’intento più profondo è quello di far rivivere la stessa atmosfera in cui si sono trovati quella notte gli abitanti dei villaggi circostanti di Graccio accorsi a vedere la prima Sacra rappresentazione del Presepio, oltre a tenere vivo l’interesse per un luogo che esiste da centinaia di anni (1577), che è stato utile alla comunità in passato e che può indubbiamente esserlo nel futuro.
Grande collaborazione della comunità locale.La ‘Famiglia Francescana’ si è ispirata a San Francesco, il quale nell’anno 1223, durante la notte della festività natalizia, realizzò il primo presepe vivente che la storia ricordi. Da quel Natale celebrato a Greccio, in maniera singolare nacque e si diffuse in tutto il mondo l’usanza del presepio.
Così come Greccio si trasformò in una piccola Betlemme, anche nel convento di Campli si è respirata la stessa atmosfera di pace di quella notte. Tutto ha inizio con la scena dell’Annunciazione per poi immergersi nei vecchi mestieri di un tempo che hanno affollato il piccolo villaggio. In un percorso allestito con cura sono state riprodotte tutte le attività tipiche di un villaggio risalente all’epoca in cui Cristo nacque: la locanda, il banco delle stoffe, della frutta e dei profumi, il fornaio, il pescatore, il cestaio, il fabbro, il falegname, il vasaio, la tessitrice, il tintore, il calzolaio, e le sarte.
Tanti altri sono i luoghi e le attività riprodotti in cui sono stati utilizzati strumenti antichi ed in cui si è persino data la possibilità ai visitatori di soffermarsi per alcune degustazioni offrendo loro pane con l’olio, frittelle e vino caldo, preparati al momento da diversi figuranti. Dalla ricca reggia del Re Erode, il percorso termina nella capanna con la scena della Sacra famiglia composta da Maria e Giuseppe e dal Bambino Gesù. I Re Magi tutto è stato allietato da melodie natalizie e dalla presenza di due zampognari provenienti da Penne.
“A rendere poi particolare l’atmosfera”, racconta Agostino Rapini, segretario dell’Opera Francescana, “è anche la partecipazione di alcuni araldini, giovanissimi membri della famiglia francescana di Campli.Il convento dei frati cappuccini di Campli costituisce infatti il “cuore” della famiglia francescana camplese. Luogo intimo e raccolto, vissuto e non abbandonato, viene valorizzato dalla presenza di bambini, giovani e adulti che nei vari ordini scelgono di avvicinarsi a Gesù seguendo le orme del Santo Francesco d’Assisi”.