L’Aquila. Si chiama “Voglio provare a mettermi nei tuoi panni” il progetto di teatro sociale dell’associazione culturale Arti e Spettacolo, frutto di un accordo quadro con il Dipartimento di medicina clinica, sanità pubblica, scienze della vita e dell’ambiente dell’Università degli Studi dell’Aquila, e sostenuto dalla Fondazione Carispaq.
Il progetto si pone come obiettivo l’approfondimento del tema del rapporto tra medico e paziente, attraverso l’utilizzo delle tecniche teatrali. Gli operatori culturali di Arti e Spettacolo, con la consulenza del dott. Gianfranco Poccia, hanno svolto nei mesi scorsi un laboratorio di scrittura con un gruppo di pazienti, durante il quale sono state scritte storie dei pazienti stessi e dei loro familiari.
E proprio le storie dei pazienti saranno oggetto di un laboratorio teatrale che si terrà al Teatro Nobelperlapace da sabato 19 dicembre fino a lunedì 21, cui parteciperà un gruppo di specializzandi di area medica dell’Università dell’Aquila. “Voglio provare a mettermi nei tuoi panni” vuole essere – come è evidente anche dal titolo stesso – un ponte ideale tra medico e paziente, attraverso le tecniche creative della scrittura e del teatro.
Anche con quest’ultimo laboratorio, dunque, Arti e Spettacolo conferma la sua vocazione sociale nell’agire costante sul territorio aquilano, anche in un periodo durante il quale non è facile svolgere attività per le realtà culturali.
L’associazione annuncia, infatti, che purtroppo, per la prima volta dopo ben nove edizioni, non avrà luogo la rassegna teatrale Strade. Non avendo più a disposizione il finanziamento da parte del Ministero, Arti e Spettacolo è stata costretta a scegliere tra l’offerta di spettacoli e il lavoro laboratoriale quotidiano che da anni porta avanti nei territori periferici dell’aquilano, propendendo per quest’ultimo tipo di attività, perché necessaria.
“Non avendo più il riconoscimento da parte del Ministero – spiega amareggiato Giancarlo Gentilucci, presidente di Arti e Spettacolo e direttore artistico di Strade – siamo stati privati di un piccolo sostegno finanziario che ci garantiva la prosecuzione della rassegna, che era partita ben prima del terremoto del 2009 e che dopo il sisma avevamo addirittura incentivato: mentre molti erano fermi, noi abbiamo investito tutte le economie possibili nelle attività socio-culturali che si svolgono nel Teatro Nobelperlapace che dal 2009 è stato prima costruito in un sito provvisorio e poi smontato e ricollocato in un sito definitivo”.
“La politica dei tagli alla cultura sta portando a tutta una serie di chiusure di attività che partecipano attivamente alla società e alla vita delle comunità – continua Gentilucci – la nostra rassegna aveva un respiro nazionale ed era seguita da un pubblico proveniente dal comprensorio aquilano e dall’intera regione. Nelle diverse edizioni, abbiamo scelto e ospitato sia artisti affermati che compagnie emergenti che hanno avuto importanti riconoscimenti. Dopo tutti questi anni è doloroso dover ristabilire rapporti professionali solo al di fuori della nostra regione, per garantire la sopravvivenza delle nostre professionalità”.
Al taglio del finanziamento ministeriale, infatti, si aggiungono la totale assenza di finanziamenti regionali e la revoca del contributo ordinario da parte del Comune dell’Aquila: da quest’anno, con il nuovo regolamento dell’assessorato alla Cultura, verranno sostenute solo le realtà già finanziate dal Ministero. E’ paradossale che un ente locale scelga di sostenere solo soggetti finanziati dallo Stato, isolando le realtà più territoriali: “Il Comune dell’Aquila continua a distinguersi per la sua inefficienza – sottolinea Gentilucci – non si capisce perché un ente locale debba legare al Ministero le sue scelte politiche sulla cultura. Il ministero finanzia le realtà di respiro nazionale, come è giusto che sia, demandando agli enti locali il sostegno a chi lavora sul territorio. In tutta Italia i progetti territoriali vengono finanziati da Regioni e Comuni, tranne che in Abruzzo”.