Chieti. Si è svolta questo pomeriggio, al Teatro Marrucino di Chieti, la cerimonia di consegna dei premi della VIII Edizione del Premio Nazionale “Giuseppe Prisco” alla lealtà, alla correttezza e alla simpatia sportiva e della VI Edizione del Premio Nazionale di Giornalismo “Nando Martellini”
.I premi quest’anno sono andati: al presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis, al calciatore dell’Inter, Diego Milito, all’ex allenatore del Cagliari, Massimiliano Allegri e al giornalista Alfredo Provenzali, dalla relativa giuria presieduta da Sergio Zavoli e composta da Italo Cucci, Antonio Ghirelli, Gianni Mura e Corinto Zocchi, generale dei Carabinieri a riposo, presidente del Comitato organizzatore e ideatore del Premio Prisco. Un premio speciale è stato altresì conferito al giornalista sportivo abruzzese Antonio Monaco. La cerimonia ha avuto inizio con un minuto di raccoglimento in memoria di Edmondo Berselli, già membro della giuria del Premio.
I vincitori hanno ritirato personalmente l’ambito trofeo, consistente in una pregevole opera del noto scultore Pietro Cascella, ad eccezione di Diego Milito, tenuto precauzionalmente a riposo dalla società in vista dei pressanti e delicati impegni della squadra in questo finale di stagione. Il suo premio è stato comunque ritirato da Mario Corso e Tarcisio Burgnich, a ciò espressamente delegati dal presidente dell’Inter Massimo Moratti. La manifestazione si è conclusa con l’intervento di Sergio Zavoli il quale ha sottolineato, tra l’altro, l’originalità del Premio e l’alto valore etico delle sue finalità. Erano presenti, tra gli altri, il Comandante Interregionale dei Carabinieri “Ogaden” generale di Corpo d’Armata Maurizio Scoppa, il prefetto di Chieti Vincenzo Greco, il sindaco Umberto Di Primio, il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, numerose altre autorità civili e militari, oltre ad un numeroso pubblico.
Motivazione per Diego Alberto Milito
Nipote di emigrati calabresi e figlio di un calcio (quello argentino) che trasforma i più bravi in emigranti, Diego Alberto Milito è un attaccante splendidamente atipico. Pur segnando con regolarità, non entra nel grande calcio passando per la porta principale. I primi dieci anni di carriera li passa tra Racing Avellaneda, Genoa, Real Saragozza e ancora Genoa. A 30 anni approda all’Inter dove conferma tutte le sue doti. È attaccante atipico perché sa finalizzare la manovra, come uomo d’area, ma sa anche svariare sul fronte d’attacco e servire i compagni, ma anche rientrare in copertura. Tatticamente prezioso, intelligente nel sentire in anticipo le svolte del gioco, professionista esemplare per serietà e fairplay.
Motivazione per Aurelio de Laurentiis
Aurelio de Laurentiis, romano ma originario di Torre Annunziata, è figlio d’arte: produttore cinematografico di livello mondiale ha fondato, nel 1975, con il padre Luigi, la “Filmauro”, società leader internazionale nella produzione e distribuzione di film di successo. Noto per aver realizzato e portato sugli schermi – insieme a capolavori firmati da Monicelli, Loy, Scola, Avati, Polanski e Verdone – i più famosi e gettonati “film panettone” di Carlo Vanzina e Neri Parenti, è diventato popolare da quando, nel 2004, ha rilevato il Napoli Calcio e in pochi anni l’ha portato dalla C alla A, fino alla scena internazionale UEFA. È il più estroso e comunicativo dei presidenti, convinto di poter trasmettere al calcio italiano lo spirito del big- business cinematografico, una forza creativa di stampo hollywoodiano, un’organizzazione finanziaria all’americana. Accolto con sufficienza dal vecchio mondo del pallone, è riuscito in breve tempo a conquistare l’attenzione dei media con un Napoli esplosivo che ha riportato allo stadio San Paolo le folle maradoniane.
Motivazione per Massimiliano Allegri
È un tipo di 43 anni, livornese come Lucarelli e Mazzarri che, nel giro di tre anni, dal 2008 al 2010, si è aggiudicato due Panchine d’Oro: la prima, per aver portato il Sassuolo dalla I Divisione alla serie B, la seconda come migliore allenatore di serie A e B per il suo lavoro svolto al Cagliari. Assunto alla guida della squadra sarda nel 2008, conquista la fiducia del presidente Cellino raggiungendo e mantenendo posizioni di tutto rispetto in classifica e praticando un gioco “equilibrato ma offensivo (sono parole sue) da giocare con coraggio e divertendosi”. Il suo modello è Ancelotti, l’ex tecnico del Milan oggi al timone del Chelsea, sia nel senso di bravura professionale, sia per la battuta e la risata che non fa mai mancare.
Motivazione per Alfredo Provenzali
Alfredo Provenzali, genovese di Sampierdarena, dunque blucerchiato, compagno d’avventure radiofoniche di Roberto Bortoluzzi, Enrico Ameri e Sandro Ciotti, è il Signore della Radio, titolo che gli spetta da quando, nel 1966, approdò a “Tutto il calcio minuto per minuto”, che da anni conduce. Si è presto distinto con la sua voce da attore raffinato, la sua narrazione moderata ed emozionante insieme, la sua competenza che dai campi di calcio lo porta con disinvoltura alla pallanuoto (sua passione), al ciclismo: ovunque, cioè, sia utile un cronista esperto e comunicativo. Il timbro della sua voce è “genovese”, alla Tenco, la sua dizione un perpetuo “Non è mai troppo tardi” per chi non conosce bene o ha dimenticato l’Italiano.
Premio USSI – GAGS 2010
Motivazione per Antonio Monaco
Antonio Monaco, laureato in Giurisprudenza, figura di spicco del giornalismo abruzzese, originario di Avezzano, ha un background di tutto rispetto, forgiato dalla formazione sportiva e dall’esperienza in cronaca. Operativo in Rai dal 1985, fa parte dello staff giornalistico della trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto”, con all’attivo ben 8 anni di campionato di B e di A. Ha partecipato ai mondiali di calcio “Berlino 2006” ed è stato designato quale inviato e radiocronista ai prossimi campionati del Mondo in Sud Africa, dove si occuperà anche della Nazionale italiana.
Sul fronte sportivo Antonio Monaco ha calcato anche le scene variegate dello sport abruzzese e mondiale, militando in tutte le tappe abruzzesi del Giro d’Italia dal 1995 a oggi: in ben cinque campionati mondiali di pugilato e 8 di beach volley femminile in Italia e all’estero.
Sul versante della cronaca, dal 1996 Monaco si occupa in prima linea di fatti alla ribalta della cronaca nazionale. Primi fra tutti, l’intervista al bandito Mario Moro coinvolto nel caso Soffiantini e il sisma del 6 aprile del 2009 che ha colpito la popolazione aquilana. Fino all’11 luglio, in 96 giorni consecutivi di diretta sul posto, Monaco ha seguito con grande determinazione e sensibilità le vicende post-terremoto, senza tralasciare la squadra dell’Aquila Rugby, simbolo di rinascita di una realtà frammentata.