“Sono già passati quattro anni dal mio debutto nella regia con “La forza dell‘abitudine” di Thomas Bernard, cui hanno seguito due stagioni ricche di successi e riconoscimenti con “La parola ai giurati” di Reginald Rose”, ha commentato Alessandro Gassman, recentemente nominato direttore artistico del Teatro Stabile del Veneto, carica che ha ricoperto per molti anni in seno al Teatro Stabile d’Abruzzo (TSA). “Mi accingo ora a mettere in scena un altro testo contemporaneo, che mi ha coinvolto fin dalla prima lettura per l‘umanità dei suoi personaggi, per uno stile di scrittura tagliente, crudo, profondo, che mai indulge al sentimentalismo. Con Edoardo Erba abbiamo deciso di ambientare la vicenda in una periferia urbana del nostro paese, all‘interno di una comunità rumena, dove confluiscono personaggi di altra radice etnica. Operazione che non tradisce il testo originale americano che fa appunto coesistere personaggi di diverse razze, culture, religioni”.
“Roman e il suo cucciolo”è un dramma familiare e al tempo stesso sociale, un attualissimo sguardo sul presente che è anche un preciso richiamo a uno dei fenomeni che negli ultimi tempi più ci coinvolgono: la presenza degli immigrati nella vita quotidiana, presenza che ha trasformato la fisionomia delle città ed ha intaccato il tessuto delle relazioni sociali.
Lo spettacolo è anche una storia di disperazione e degrado che, attraverso il drammatico destino di un‘umanità condannata all‘emarginazione, rimanda a problematiche sociali di grande attualità.
“Una delle sfide più difficili del terzo millennio” ha precisato a riguardo Gassman “sarà quella di imparare a vivere in una società unita nella pluralità, ponendo come base quanto ci è comune: la nostra umanità”.