L’Aquila, il terremoto secondo i bambini

libro_terremotoL’Aquila.  Sarà presentato giovedì 28 gennaio, in Consiglio regionale all’Aquila, il libro ”Io spero che non faccia più il terremoto”, che racconta con le voci dei bambini il terremoto che il 6 aprile scorso ha colpito l’Aquila ed i paesi vicini.

Non solo. Nel libro viene anche raccontato il grande contributo di solidarietà che la Protezione civile dell’Emilia-Romagna ha portato alle popolazioni in difficoltà, partendo dall’esperienza del ”Campus per l’Abruzzo”, l’iniziativa della Scuola Calcio Centese di Cento, in provincia di Ferrara che, insieme alla Protezione civile dell’Emilia-Romagna e alla sezione ferrarese dell’Unicef ha ospitato, l’estate scorsa, 38 ragazzi abruzzesi per una settimana all’insegna dello sport e delle attività culturali. 

Il volume è curato dal giornalista Franco Stefani, con l’introduzione del giornalista Mediaset Toni Capuozzo e gli interventi di Vasco Errani, presidente della Regione Emilia-Romagna, e di Gianni Chiodi, governatore dell’Abruzzo.

Un testo ricco di immagini e ricordi del sisma, arricchito dai temi e i disegni degli studenti di San Demetrio ne’ Vestini.

Parte del ricavato della vendita del libro sarà destinato alla realizzazione di una nuova centrale operativa del 118 e di un poliambulatorio medico di base all’Aquila, tramite il conto corrente 98060114, causale ”Pro-Abruzzo” – intestato all’Agenzia di Protezione civile Regione Emilia Romagna.

Venerdì 22 gennaio alle ore 16,30 presso L’Auditorium Sericchi (Strinella 88 L’Aquila), presentazione del libro di Caterina Ruotolo “Terremotino Terremotone, dalla casa rotta alla casa ecologica”.
Il volume, patrocinato dall’Amministrazione Provinciale di L’Aquila, dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e  Conservatori della Provincia di L’Aquila e dall’Associazione culturale Terzo Millennio Onlus é una raccolta di 99 disegni realizzati dagli alunni delle elementari e medie nelle scuole – tendopoli dei campi di accoglienza del comune di L’Aquila. Il filo conduttore di questa esperienza è la “casa” che hanno dovuto abbandonare.
I disegni stessi la raffigurano prima e dopo il terremoto: lesionata o distrutta, nuova e fantastica. Disegnano l’abitazione ecologica che hanno sentito descrivere dai grandi e a scuola, graficamente riflettono la necessità di una nuova dimensione come se la grave esperienza che hanno vissuto, avesse dato l’opportunità di annullare tutto quello che non era nella loro giusta dimensione.

Marina Serra


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